Di seguito la riflessione e la proposta di Vincenzo Franza (ad Caronte & Tourist) in merito alle problematiche dei collegamenti veloci nell’Area Metropolitana dello Stretto, alla luce anche del dibattito sulla MetroMare.
La prima volta che abbiamo sentito parlare della Metromare, di un sistema di trasporto rapido costiero insomma, crediamo sia stato durante la sindacatura Provvidenti, quindi quasi 20 anni fa. Ma siamo abbastanza certi che qualcuno l’avrà proposta anche prima.
Certo… Parlare di realizzare in una città di mare come Messina dei punti di ormeggio piuttosto che strade, viadotti, tangenziali, ferrovie, linee tranviarie sembra l’Uovo di Colombo.
Comprendiamo bene che contribuire anche in parte a risolvere un problema annoso con un tocco di bacchetta magica è il sogno di ogni politico o amministratore.
Però è legittimo e anche doveroso che periodicamente l’Amministrazione Comunale verifichi la fattibilità di una idea che è e resta affascinante (se si smette di sognare, vuol solo dire che si è morti), e che potrebbe profondamente innovare il modo in cui si vive la riviera messinese.
Un sistema di trasporto a funzioni turistico e urbane, leggero e basso impatto lungo la riviera, che collabori, particolarmente nei periodi di punta estivi, a sottrare traffico alle strade e a offrire un supporto alla vita turistiche della città, non può certamente essere valutato negativamente.
E forse sarà finalmente questa Amministrazione, con la concretezza che la caratterizza unita all’entusiasmo dell’Assessore Mondello, a fare la differenza.
A condizione di ricordare che un’idea così affascinante, e che incanta chi la sogna, non sarà sufficiente a risolvere il problema – serio e strutturale – del traffico cittadino lungo le direttrici nord- centro e sud-centro e viceversa.
Senza il collegamento tra la Tangenziale e la Panoramica, senza l’incentivo all’abbandono del mezzo privato in favore del mezzo pubblico, senza il potenziamento del tram e della metroferrovia (oggettivamente sottoutilizzati), che restano le vere priorità cittadine, Metromare sarebbe solo una soluzione monca, che farebbe naufragare (letteralmente) la speranza di risolvere il problema del traffico Sud-Nord e Nord-Sud.
Senza punti di approdo protetti da moli di sopraflutto, che facciamo quando c’è mare un po’ più forte? Non si va a scuola e a lavorare? O si tengono altrettanti autobus (e autisti) pronti ad effettuare il servizio sospeso per mare mosso?
Ma, prima ancora della Metromare, c’è una vera sfida da affrontare, che richiede di impegnarsi per trasformare un potenziale problema in una grande opportunità per la Città, e che però potrebbe rendere concretamente possibile la realizzazione della Metromare.
Infatti, di recente la Corte Europea si è espressa, in via definitiva ed inappellabile (leggi qui), acclarando che il servizio affidato direttamente da RFI a Blujet per collegare Villa San Giovanni e Messina va obbligatoriamente messo a gara, così dovrà essere messo a gara quello per collegare Messina e Reggio.
Una novità che potrebbe mettere in crisi quanto già funziona, ma che offre lo spunto per rilanciare.
Cogliendo lo spunto che il sindacalista Barresi ha lanciato, non dobbiamo guardare al collegamento marittimo solo come soluzione per i problemi del traffico urbano, ma principalmente come opportunità per connettere finalmente l’area metropolitana Messina-Reggio, che conta circa 450.000 abitanti!
Questa è l’occasione irripetibile per non limitarsi ad aspirare alla solita Messina-Villa San Giovanni e Reggio, ma per finalmente creare una vera connessione tra i due sistemi urbani messinese e reggino.
Una MetroStretto finalmente funzionante, che collegando in modo sinergico i territori di Messina e Reggio diventi lo snodo per lo sviluppo dell’integrazione dell’area metropolitano delle Stretto, di cui da sempre si discute e mai si concretizza.
L’idea è non solo affascinante, ma trasportisticamente corretta, in quanto crea delle connessioni dove ora non ci sono, in un bacino urbano rilevante.
Ma rispetto alla proposta di Barresi (Villa -Reggio Porto e Aeroporto lato Calabria, Faro – Rada San Francesco e Tremestieri lato Messina), proprio perché interessante e stimolante, sono indispensabili alcune considerazioni aggiuntive.
Ad esempio, il collegamento diretto via mare tra Messina e l’aeroporto di Reggio non è ragionevolmente fattibile, per cui va impostato un più efficiente collegamento via autobus tra il porto e l’aeroporto di Reggio, prevedendo ad esempio nel terminal di Messina la possibilità di effettuare il check-in e quindi vettorializzare il bagaglio: così facendo, tutte le partenze per Reggio Calabria sarebbero utilizzabili per l’aeroporto.
E poi, per coinvolgere tutto il territorio costiero calabrese è necessario inserire un ulteriore scalo tra Villa e Reggio, ad esempio Catona e/o Gallico (e perché no, in estate, Scilla?)
Lato Messina il punto più razionale dove approdare a sud di Messina è Gazzi – hub di metroferrovia e tram – e non certo Tremestieri, mantenendo comunque nel Porto di Messina un punto di approdo.
In sostanza gli approdi, tutti idonei ad operare anche in inverno, dovrebbero e potrebbero essere: Villa, Catona e/o Gallico, Reggio e Scilla in estate (in Calabria); Ganzirri, Rada San Francesco, porto storico e Gazzi (in Sicilia).
Con l’inedita interconnessione Scilla-Ganzirri/Faro, che creerebbe una sinergia turistica il cui potenziale è evidente.
Il tutto unito in un sistema di collegamenti simile all’attuale (mettendo in linea un mix tra mezzi grandi come gli attuali e mezzi sempre con scafo in metallo – ma non barconi – leggermente più piccoli, più semplici ed economici), ma non più limitato alle direttrici attuali (Messina Porto – Villa/Reggio), ma che colleghi tutti gli scali (sistema non sappiano se circolare o diretto o misto: ce lo diranno gli studi tecnici).
Certamente l’asse principale dovrebbe rimanere quello attuale (Messina – Villa/Reggio), asse che andrà prima o poi servito anche di notte (quando il traghettamento si sposterà a Tremestieri, chi porterà le centinaia di pedoni pendolari che adesso utilizzano Caronte & Tourist?), ma allargato ad un mix sinergico con tutte le altre destinazioni.
Creando così una solida base sulla quale potrebbe incastonarsi l’idea della Metromare per come proposta dall’Amministrazione,
Ecco… Questo è l’argomento sul quale concentrare immediatamente l’attenzione e il dibattito cittadino: cogliere l’occasione dell’intervento della Corte di Giustizia Europa che costringerà a rivedere il modello per la gestione della linea Messina – Villa e il prossimo appalto la Messina-Reggio (andato deserto per l’assurdità del bando) e cogliere l’occasione per rivoluzionare i collegamenti nello Stretto, facendoli diventare la cerniera che unisce e crea concretamente l’Area Metropolitano Integrata dello Stretto.
Con la possibilità di intervenire immediatamente (al MIMS stanno già lavorando per i bandi), non lasciando la gestione della pianificazione unicamente al Ministero delle mobilità sostenibile, ma prendendo in mano, da messinesi e reggini, le redini delle scelte sul futuro delle nostre città.
Certamente non sarà possibile realizzare tutto insieme e subito. Gli approdi di Ganzirri e Gazzi vanno costruiti (ovviamente in modo da garantirne l’operatività anche col mare forte) e almeno un approdo andrà costruito anche in Calabria, ma l’intervento è pianificabile in un arco temporale di cinque anni (comunque prima di quando sarà terminato il porto di Tremestieri) fissando l’obiettivo sin da adesso.
E nell’ambito di questo programma troverà la giusta collocazione la Metromare, che con i sui approdi snelli e a basso impatto completerà il sistema.
Si riparla del Ponte e speriamo che sarà finalmente la volta buona. Ma non dimentichiamo che il Ponte non contribuirà, se non in modo minimale, all’integrazione dell’Area Metropolitana dello Stretto (per andare da Messina a Reggio si farà prima in nave – 10 km – che non via terra – 35 km – spendendo pure meno).
E sapendo che tra le opere complementari del Ponte è previsto un punto di approdo protetto tra Ganzirri e Faro ecco quindi che il completamento della MetroStretto potrebbe facilmente essere inserita tra le opere compensative delle quali Messina e Reggio avranno diritto, risolvendo il problema del finanziamento delle opere.
Sarà finalmente arrivato il momento di sognare, ma con i piedi per terra, progettando al contempo strade, collegamenti con la Tangenziale, tram, potenziando il servizio pubblico per ridurre la viabilità privata, e pensando al futuro dell’area integrata dello Stretto, iniziando veramente ad integrarla?
Sarà finalmente arrivato il momento di affrontare contemporaneamente il problema del traffico cittadino e dei collegamenti nello Stretto? Di cominciare a progettare per costruire finalmente l’Area Metropolitana dello Stretto?
Vincenzo Franza