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Gino Sturniolo, indipendentista e No Ponte “tenta” donna Sarina. Ci riuscirà? CLICCA PER IL VIDEO

mercoledì 29 Marzo 2023

A 15 anni ha iniziato a frequentare per la prima volta una sezione del Pci. A 16, dopo la cacciata di Lama dall’Università durante il comizio della Cgil (era il 1977), decise che non sarebbe più entrato in una sezione comunista. Orgoglioso di far parte di una generazione di militantinon eravamo fricchettoni, facevamo a botte negli anni ’80 con i fascisti, un giorno sì ed uno no”, Gino Sturniolo ha fatto della coerenza alle sue idee lo stile di vita. Storico No Ponte (tra i fondatori del movimento), antagonista, indipendentista, è stato consigliere comunale durante la sindacatura Accorinti (e a metà mandato si dimise per restare fedele alle sue idee), candidato sindaco nel giugno dello scorso anno con Messina in Comune. E’ scrittore e da 30 anni lavora alla Biblioteca Regionale. Nelle scorse settimane è ricominciata la mobilitazione dei No Ponte ma Sturniolo, ospite del salotto di donna Sarina, sottolinea che c’è chi quell’ascia di guerra non l’ha mai sotterrata, ed infatti già nel 2019 erano in corteo a Torre Faro.

In verità non abbiamo mai smesso, abbiamo sempre pensato che non è la battaglia su un’ opera ma su una visione diversa di città e direi anche di società”.

Alle spalle ha 30 anni di antagonismo, iniziati presto, quando, da figlio di democristiani “mia madre era collettore di voti per dc ma dai 15 anni in poi ho fatto di testa mia”, da liceale si iscrisse alla sezione Pci di Camaro. Ne uscì prestò ma continuò ad essere un militante di sinistra. “Per un breve periodo ho fatto parte della libreria Hobelix che a Messina era la libreria dei comunisti ed è durata tanto, ha resistito”. Il periodo delle “botte” tra fascisti e comunisti se lo è fatto tutto: “La fine degli anni ’80 è stato un periodo terribile per chi ha vissuto la militanza. Perché finiva tutto e noi che avevamo pensato di cambiare il mondo ci siamo resi conto che non solo non ci eravamo riusciti ma molti stavano morendo per droga”. In quegli anni Sturniolo iniziò quella che è diventata la sua passione: scalare.

E’ stato un modo per non arrendermi, per non lasciarmi andare alla depressione. A Messina siamo stati tra i primi a scoprire pareti che ancora oggi sono mete delle nuove generazioni di scalatori. Oggi….faccio più fatica ad arrampicarmi….”.

Ma dal ’96 in poi Gino Sturniolo ha iniziato altre scalate, quelle del pilone, ed altre battaglie, quelle del no al Ponte. Dapprima i convegni, i sit in, poi nel 2002 il primo campeggio No Ponte e poi nel 2006 la manifestazione che vide in corteo migliaia di persone.

In prima fila c’era il sindaco di allora, Francantonio Genovese, noi parlavamo al megafono sul camion, lo invitai a salire, lui disse: io parlo ma sul camion non salgo…..Non era nelle sue corde”.

In quelle battaglie (ed in tante altre) Sturniolo era insieme al pacifista Antonio Mazzeo ed a Renato Accorinti, che sostenne nell’avventura che lo portò nel 2013 a diventare sindaco di Messina.

Per anni sono stato astensionista puro. Poi ho pensato che anche per gli antagonisti è importante pensare di governare i processi. Renato era l’unico di noi che davvero credeva nella vittoria. Noi eravamo convinti che sarebbe stata una bella battaglia, lui sentiva che avrebbe vinto”.

Consigliere comunale con Accorinti si dimette però a metà mandato, insieme a Nina Lo Presti, per coerenza con le idee che aveva portato fin dentro il Palazzo: “ Eravamo entrati a Palazzo Zanca con lo scudo e il casco pronti a difendere Accorinti, invece si sono normalizzati, il sogno è finito quasi subito”.

Con Lo Presti firma il libro “Assolto per non aver compreso il fatto” dedicato all’esperienza Accorinti e non soltanto. Ma all’attivo ha altri libri, compreso un romanzo giallo ambientato in riva allo Stretto.

Ha continuato a manifestare, da consigliere comunale è salito sul pilastro del Palanebolio contro un sistema dell’accoglienza migranti che all’epoca era scandaloso (lì c’era un tendone che ad ogni pioggia diventava pantano), nel 2017 al G7 di Taormina “si aspettavano i barbari invece è stato un  corteo importante”.

Oggi è tra i fondatori di Antudo, movimento indipendentista e continua a battersi per i movimenti territoriali.

Non credo più che la differenza destra sinistra sia decisiva, ma è importante il movimento territoriale. De Luca usa questo termine, ma non ha idea cosa sia. Lui decide tutto da solo, quando noi parliamo di movimento territoriale intendiamo dire che è la gente, il territorio che prende le decisioni”.

Candidato sindaco per Messina in Comune a giugno 2022: “oggi posso dire che è stato un po’ velleitaria come esperienza, la disparità di forze era troppa, ci siamo illusi pensando dall’esperienza di Renato ma lui prese il vento dei 5stelle dell’antipolitica. Noi poi abbiamo beccato De Luca che viene percepito come antipolitica pur essendo vecchia politica”.

 

 

Lavora da 30 anni alla Biblioteca regionale Longo, ha due figli adolescenti, Giulio a Chiara “mio figlio legge un casino, scava tanto, mi fa conoscere la musica di oggi, ci confrontiamo. Mia figlia mi ha aperto l’account su tik tok ma non ci metto contenuti. Però ho capito che lei è informatissima, sa tutto, ma usa i canali nuovi, oltre la scuola”.

Di regali a donna Sarina ne ha portati due: un libro che spiega perché proprio i libri (per fortuna) non spariranno e la maglietta No Ponte “spero di vedertela indossare e convincerti….

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