Si deciderà con molta probabilità entro fine settembre il futuro del progetto per il campo da golf a Taormina, i cui lavori avviati nel 2007 a Trappitello sono ormai fermi da parecchio tempo.
È atteso, infatti, nel mese entrante un incontro tra l’attuale proprietà dei terreni di contrada Vareggio, la “Off Side” e il Ministero dello Sviluppo Economico per discutere la ratifica e relativa firma di una transazione tra le parti riguardante i finanziamenti a suo tempo persi dalla proprietà dell’area a seguito della bomba d’acqua che ha investito il complesso di contrada Vareggio nell’autunno 2011.
Si tratta di un passaggio fondamentale, dunque, sia per tornare ad avere a disposizione le risorse che occorrono al completamento delle opere, con la relativa ripartenza del cantiere, sia per l’arrivo di una nuova proprietà.
È in corso una trattativa con una nota compagnia alberghiera del Trentino Alto Adige, che sarebbe disponibile a subentrare nelle opere per il complesso ricettivo con annesso campo da golf. Prima di tutto, però, bisognerà vedere come si definirà la vicenda al Mise, dove un incontro avrà luogo nelle prossime settimane.
I lavori, in ogni caso, difficilmente potranno ripartire prima del 2020, calendario alla mano, perché bisognerà dirimere un altro aspetto altrettanto fondamentale che è quello della convenzione tra la casa municipale e i titolari del costruendo green. La convenzione per le opere è scaduta lo scorso maggio e bisognerà tornare in Consiglio comunale per deliberare un nuovo atto.
Ora, intanto, i riflettori si sposteranno sulla stipula della transazione tra la “Off Side” e il Ministero dello Sviluppo Economico, in una causa che ha già visto prevalere il privato in sede di primo grado di giudizio, sulla questione dei finanziamenti bloccati. A suo tempo il Tribunale di Roma ha accolto un ricorso di “Consorzio Sicilia Golf Resort”, “Sicilia Golf Resort Srl” e della “Off Side Srl” che lamentavano inadempienze del Mise e della Regione Siciliana. Da qui arrivò la condanna del Ministero al pagamento delle somme di 19 milioni 262 mila 488 euro e 8 milioni 255 mila 352 euro, nonché anche la condanna della Regione Siciliana al pagamento di 8 milioni 255 mila 352 euro. Il Ministero, il mese entrante, potrebbe ora rendere nuovamente legittimi i contributi a suo tempo erogati.