Continuano le polemiche sul sindaco di Palermo Leoluca Orlando, dopo il “blitz” dei funzionari del Mef (Ministero Economia e Finanza) che hanno messo nero su bianco ben 46 irregolarità sulla gestione della città e soprattutto delle aziende partecipate.
Dopo le dure accuse mosse ieri da alcuni parlamentari nazionali, i pentastellati del Consiglio Comunale tuonano contro il primo cittadino.
«Al di là delle 46 irregolarità emerse dall’ispezione del Mef – sottolinea la consigliera M5S Concetta Amella – c’è una gestione opaca, torbida e poco trasparente. Un modo di fare tipico di Orlando, per cui c’è sempre una emergenza che giustifica il raggiro delle regole… per lui c’è sempre un “ubi maior” per cui il diritto cessa. Da 30 anni è così. E ciò ha fatto la sua fortuna e di chi è in politica da sempre».
La consigliera pentastellata, che occupa la Commissione partecipate, ci va giù pesante: «Troppo facile stabilizzare tremila persone, dal 2012 al 2015, in barba al reale fabbisogno o alle necessità. Basti pensare al caso degli ex Lsu o ai dipendenti Coime in sovrannumero… per non parlare di tutte le partecipate».
Tra le 46 irregolarità del Mef, infatti, si citano le 856 unità del Coime in servizio eccedente, più varie opacità su assunzioni, stabilizzazioni e irregolarità nelle partecipate comunali quali Amat, Amia, Rap, Palermo Ambiente, Amg Energia e Amap.
«Insomma, è una politica clientelare – prosegue Amella – Orlando spieghi, ad esempio, come mai su 14 dirigenti vincitori di concorso, ben 13 ricoprivano già ruoli all’interno del Comune e 9 di essi erano referenti comunali. Concorsi quindi creati ad hoc per stabilizzare il personale interno. C’è una visione privatistica della cosa pubblica. Orlando dovrebbe dimettersi… Lo aspettiamo in Consiglio per riferire i suoi chiarimenti. Vediamo se sarà in grado di smentire rilievi tanto gravi».
SCARICA QUI LA TABELLA CON LE 46 IRREGOLARITÀ
LEGGI ANCHE:
Orlando furioso: “L’ispezione del Mef? Smentirò tutto, punto per punto”