Un posto per lui nel Pd ci sarà anche domani. Ma Rosario Crocetta, rinunciando a ricandidarsi alla presidenza della Regione, dopo essere stato eletto cinque anni fa a Palazzo d’Orleans, non ha negoziato nulla.
Ieri ha lasciato il Nazareno dopo un incontro a tre con Renzi e Raciti con una scelta sofferta e dolorosa, ma che ha confermato la lucidità essenziale di un protagonista della politica siciliana, forse poco abile a governare la Sicilia delle mille emergenze, ma capace sempre di colpi a effetto destinati a essere ricordati.
Comunque vada a finire nel centrosinistra siciliano, chi esce a testa alta da quest’ultimo scorcio di febbrile attività politica alla ricerca dell’unità perduta e da ritrovare della coalizione è proprio lui
«Mi prendo 18 ore per sentire i miei», –ha detto al termine dell’incontro al Nazareno ieri il presidente della Regione – Non sono uno che sfascia tutto.
E poi ancora: «Resto nel Pd senza odio né livore. Ho incontrato Renzi, gli ho esternato le mie preoccupazioni per una candidatura poco conosciuta e gli ho illustrato i risultati del mio governo. Ma siamo troppo avanti per le primarie e a questo punto rischierei di non avere candidature alternative. La politica sfascista non mi ha mai interessato, voglio passare alla storia come il primo esponente che viene dalla storia del Pci che ha vinto le elezioni in Sicilia, non come colui che l’ha fatte perdere»
Il movimento di Crocetta dovrebbe a questo punto, presentare liste a sostegno del candidato del centrosinistra, il rettore Fabrizio Micari. Non è inoltre escluso che Crocetta possa fare anche liste proprie in occasione della competizione elettorale nazionale, in particolare al Senato.
L’asse Raciti–Crocetta alla fine ha prevalso convincendo anche Renzi che sull’ex sindaco di Gela non debba calare il sipario: «Non è un passo indietro quello di Crocetta, ma un passo accanto, a sostegno della coalizione. Crocetta onestamente ha dimostrato di essere di un’altra pasta». Queste le parole di Raciti che in queste settimane ha provato in tutti i modi a ricucire tra Dem e governatore siciliano.
Si svolgerà intanto oggi alle 18 a Palermo la direzione regionale del Pd per ufficializzare la candidatura di Fabrizio Micari. Alla riunione, saranno presenti il segretario regionale Fausto Raciti e, per il Nazareno, Lorenzo Guerini.
Della partita per le prossime elezioni regionali, come deputato, sarà anche Antonello Cracolici che tornerà a correre per un seggio all’Ars. Nel suo caso si dovrebbe trattare del quinto tentativo consecutivo e occorrerà una deroga da parte della direzione del partito.
Il campo largo auspicato nel centrosinistra sarebbe quasi del tutto delineato. I Dem sperano che Giuliano Pisapia ufficializzi il suo sostegno a Micari. Ma l’ex sindaco di Milano per ora non si sbilancia e potrebbe scegliere di tenersi fuori dalla contesa.
Niente titoli di coda dunque, ma un film che continua in un’altra sala. Questo il messaggio che dovrebbe passare dal ‘passo di lato’ di Crocetta.
Il centrosinistra adesso si lecca le ferite dopo la lunga ed estenuante trattativa e a 60 giorni dal voto è pronto a dire che il nuovo orientamento voluto da Crocetta e approvato da Renzi ha messo (forse) d’accordo tutti.
Vedremo cosa ne pensano gli elettori.
