Non avremo l’Italia ai Mondiali di calcio, ma ci sarà, forse, la campagna elettorale per rinnovare Camera e Senato, provando a uscire dallo stallo senza fine di questi giorni. Meglio di niente.
Se davvero si dovesse tornare a votare in piena estate per le Politiche, dopo oltre 60 giorni di infruttuose trattative tra chi non ha vinto abbastanza e chi rischia di perdere ancora di più, a parità di legge elettorale immutata con cui si potrebbe rivotare, la Sicilia si ritroverà con gli stessi quesiti della primavera. Se a prevalere non sarà l’idea di Mattarella di ‘un governo neutrale’, guidato da una personalità istituzionale, lo scenario per i siciliani è quello di capire intanto se si troveranno più o meno gli stessi candidati e poche novità sostanziali da cui ripartire. O se cambia tutto. Uno scenario in divenire. Non ci sono dubbi.
Tempi accorciati anche per la selezione degli stessi candidati. Le sfide nei collegi rischiano di presentare lo stesso trend con cui, prima delle scommesse azzerate della nuova consultazione elettorale. 5stelle cioè in testa e rimonta da tentare per il centrodestra e il Pd, che rischia nell’Isola uno stress test di cui non avvertiva il bisogno.
Perché, se è pur vero, che nella giornata di ieri delle consultazioni politiche c’è anche molta dietrologia e retro pensieri di cui si verrà a conoscenza nei prossimi giorni, è pacifico che lo spazio di agibilità per dare un governo è minimo.
Se voto dunque dovesse essere, inutile girarci attorno, la scommessa della Sicilia non sarà diversa da quella delle altre regioni italiane. Lega o 5stelle?
Il percorso accidentato che Forza Italia ha dovuto affrontare dopo la non-vittoria all’interno della coalizione alle Politiche di marzo, è solo all’inizio. Ma quanto del voto siciliano, se si dovesse votare, si riverserà da FI a Salvini? Quale campagna di reclutamento e quanti collegi in più chiederà il leader leghista per una Sicilia che oggi è lontana dall’essere a trazione leghista? I centristi recupereranno le posizioni perdute dopo non avere raggiunto il quorum del 3%?
Non mancano gli interrogativi e le questioni verranno diluite in un cocktail ravvicinato di tempi tecnici, che, per forza di cose, determineranno, se si dovesse votare a luglio o subito dopo l’estate, una situazione senza precedenti.
Domande non ne mancano. Risposte all’appello parecchie. A partire dalla prima, la più importante: ma si voterà davvero sotto l’ombrellone?