Ha dichiarato guerra alla base Nato di Sigonella. Protesta e protesterà davanti alla base militare, giorno e notte, sino a quando non riceverà completa garanzia che i suoi diritti vengano rispettati. Carmelo Cocuzza, ex dipendente della struttura militare Usa con mansione di vetrinista, licenziato diciassette anni fa e in attesa di reintegro e risarcimento che però non vengono eseguiti nonostante le tre sentenze a suo favore della legge italiana, ha deciso di tenere duro sino alla definitiva soluzione del caso. Ancora una volta si rivolge alle istituzioni e chiede “l’intervento urgente del prefetto e dei ministri della Giustizia e degli Esteri“. Alfano è avvisato.
La vicenda è talmente spinosa che la protesta di Cocuzza è accompagnata dal responsabile Filcams nazionale per i lavoratori delle Basi Usa in Italia, Andrea Montagni, dal segretario generale della Cgil di Catania, Giacomo Rota e dalla segretaria generale della Filcams di Catania, Margherita Patti.
Cocuzza non si lascia intimorire dalla potenza bellica a stelle e strisce e non intende mollare: “Non ho alcuna intenzione di allentare la mia battaglia, né di scendere a compromessi – protesta Cocuzza – più volte mi sono dimostrato disponibile a dialogare con Sigonella, ma i fatti ora sono sotto gli occhi di tutti: dal giugno 2016 ad oggi, mi sono stati notificati sette provvedimenti e di contro, due ricorsi della Base sono stati già rigettati con condanna di risarcimento spese legali. In parole povere, dopo 17 anni di attesa, tre gradi di giudizio e tre sentenze a mio favore, il Governo Usa mi strascina ancora davanti ai Tribunali, ma soprattutto, non applica le sentenze e non rispetta le leggi italiane. Ad oggi non mi hanno versato un solo centesimo e chiedono sempre di posticipare“.