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La “Maleducazione 2.0”

lunedì 2 Agosto 2021

Sono sempre stato un attento fautore delle buone maniere, e, in generale, di quella che, una volta, veniva definita buona educazione: per intenderci, quella che, nell’era moderna, viene vista come una sorta di abitudine da sfigati, o – peggio ancora – da “boomer”, sempre per usare uno slang che trasuda di modernità.

Quel che maggiormente mi colpisce, ad una lettura e ad un’analisi sociologica, passatemi il termine, è che le tecnologie cambiano, la modernità avanza, ma la maleducazione resta sempre la stessa, anzi – peggio ancora – si plasma al volere della modernità e diventa “2.0”.

Determinati, precisi, valori, come quel fattore primigenio chiamato educazione, che fin da piccoli ci viene trasmesso dalla famiglia, dall’istituzione scolastica, dalla chiesa, dal vivere civile, a rigore di logica dovrebbero restare tali e mantenere la loro medesima “valenza” anche a dispetto dei tempi che passano, delle epoche che mutano e dei cambiamenti che l’avanzare delle ere porta con se: eppure, quando “vivi” il mondo dei Social, quando lo sperimenti in prima persona non soltanto come utilizzatore finale, ma come vero e proprio “addetto ai lavori”, inizi a farti ben più di una domanda, ma, soprattutto, metti tutto in discussione, comprese le tue certezze più radicate.

Fateci caso: raramente una persona poco educata farà eccezione al suo comportamento nel dorato mondo virtuale: probabilmente, portare degli esempi concreti e pratici ci aiuterà meglio nella comprensione di tali soggetti.

Vi porrò una specifica, netta, chiara domanda: quando qualcuno vi parla, come ad esempio un amico, un parente, o più banalmente, un signore seduto nel posto accanto al vostro sul tram, o nella panchina accanto alla vostra ai giardinetti, siete, forse, soliti ignorare le persone? Lasciare che parlino sole? Ecco: trasponete il tutto in chiave virtuale ed otterrete il comportamento che tante, troppe persone mettono in atto, in privato, sui Social.

È una sorta di mantra che mi sento ripetere spesso, spessissimo, da parte di quasi tutti i miei amici, che lamentano di aver commentato storie su Instagram, di aver semplicemente fatto un complimento, con la massima educazione possibile, ed aver ricevuto, di tutta risposta, uno sterile, vergognoso, “visualizzato”.

Si tratta, a conti fatti, di quelle cose che sarebbero esattamente capaci di rendermi una belva: non ne faccio per niente una questione di due di picche, o una questione di tutela da eventuali “molestatori del Web”. No: ne faccio solo una questione di educazione, e per costoro non ho la benché minima pietà né, tantomeno, la benché minima intenzione di assolverli dal loro increscioso comportamento.

Non rispondere ad una persona che ti dice anche soltanto “ciao”, in maniera educata, in maniera civile, ti disegna, in maniera univoca, per quello che realmente sei: questo comportamento dimostra, in un colpo solo, altezzosità, mancanza di rispetto, mancanza delle più basilari nozioni educative. E badate bene: non stiamo affatto parlando di avances esplicite o robe similari. No: stiamo parlando di un mero saluto, e come le nostre nonne e le nostre madri ci hanno – da sempre – insegnato, “il saluto è dell’Angelo!”

Mi è personalmente capitato di aver inviato, qualche tempo fa, un vocale, su WhatsApp, per ringraziare una persona che non sentivo da tempo, e che mi ha aggiunto su Instagram: ero contento del fatto che si fosse ricordata di me, e così – anche soltanto per educazione – volevo ringraziarla, ed è quel che ho fatto. Ottenendo, come risultato, un vocale visualizzato, riprodotto, che non ha mai ottenuto una risposta: mi incazzo maledettamente su queste cose, non riesco a farci niente. Ma voi siete abituati a comportarvi così? Quando le persone a voi care vi inviano un messaggio, siete forse abituati a fare finta che non esistano? Per carità, capita a tutti di non potere rispondere in un preciso momento della giornata – ci mancherebbe pure! – ma puoi sempre farlo dopo. Quando, però, trascorsi diversi giorni, ti rendi conto che è una cosa fatta volutamente, allora capisci che è proprio la gente ad essere marcia dentro, perché mette in atto comportamenti simili solo per sentirsi e dimostrarsi splendida. Splendidamente cretina.

Forse sono soltanto esagerato, forse me la prendo troppo per stupidate, forse sto solo dando troppo peso a cose per il quale dovrei ridere, ma ci vedo qualcosa di cattivo sotto: una cattiveria mirata a fare del male, a farti capire che, per questa gente, tu sei meno di niente! Non vali nulla, non vali il tempo che queste persone devono perdere per risponderti.

Sarà, ma c’è una cosa che queste persone, di base, non hanno ancora compreso: quando ostentate una superiorità che non avete, non solo dimostrate l’ineducazione che vi contraddistingue, ma anche la pochezza che vi fa da cornice. Non degnare di una risposta una persona che, semplicemente, vi dice “ciao”, non vi rende persone più importanti. No. Aumenta solamente la vostra dose di ridicolezza.

E ringraziate che sono una persona educata, altrimenti ve l’avrei detta in maniera decisamente peggiore!

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