L’Italia ha eliminato la rosolia, che non è più endemica. Ad annunciarlo è stata la Commissione di verifica regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità.
La rosolia
E’ una malattia infettiva esantematica contagiosa causata da un virus a RNA: il Rubella. Questo virus appartenente alla famiglia dei Togaviridae ma, a differenza degli altri Togaviridae, non è trasmesso da insetti e ha per ospite solo l’uomo. La trasmissione avviene per via aerea o contatto diretto con secrezioni nasali e faringee.
Solitamente è una malattia lieve (il 25-50% dei casi è asintomatico) ma se contratta durante la gravidanza può provocare aborto spontaneo, morte fetale o anomalie congenite con conseguenze devastanti per tutta la vita, tra cui sordità, cataratta, difetti cardiaci e disabilità intellettive (sindrome della rosolia congenita).
La rosolia è infatti la principale causa di difetti congeniti prevenibili in tutto il mondo. Sebbene non esista un trattamento specifico per la rosolia, la malattia è prevenibile con la vaccinazione.
Cosa si intende per eliminazione?
Questo termine si riferisce all’interruzione della trasmissione endemica di una malattia in una determinata area geografica per un periodo di almeno 12 mesi o più in presenza di un sistema di sorveglianza efficiente. Tuttavia, è richiesta una documentazione dell’interruzione della trasmissione del virus endemico per un periodo di almeno 36 mesi.
Esiste ancora, purtroppo, la possibilità che questa possa essere introdotta nel Paese da altre zone geografiche dove non è stata ancora eliminata. Inoltre, se non vaccinata, una persona può acquisire l’infezione recandosi in Paesi dove la rosolia è ancora endemica.
Pertanto, finché la malattia non sia eradicata, è fondamentale continuare a vaccinarsi. E’ importante che le donne in età fertile conoscano il proprio stato immunitario verso la rosolia prima di iniziare una gravidanza. Ovviamente si dovranno sottoporre alla vaccinazione se ancora suscettibili all’infezione.
La sfida
Bisogna, ora, riuscire a mantenere lo stato di eliminazione. Fino a quando la malattia non sarà eliminata in tutti i Paesi del mondo, richiederà il mantenimento di coperture vaccinali elevate, un ulteriore rafforzamento della sorveglianza e una risposta rapida a eventuali casi importati.
L’Italia ha lavorato da molti anni per soddisfare i criteri per l’eliminazione della rosolia, stabiliti dall’Oms. Il primo Piano di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita è stato approvato nel 2003, vent’anni fa.
Da allora sono stati compiuti notevoli progressi, tra cui il miglioramento delle coperture vaccinali per Morbillo-Parotite-Rosolia (MPR), l’introduzione della seconda dose di vaccino, l’introduzione della notifica obbligatoria della rosolia in gravidanza e rosolia congenita nel 2005, l’istituzione della sorveglianza integrata morbillo-rosolia nel 2011 e un migliorato ricorso alla conferma della diagnosi.
Nell’ultimo ventennio, grazie all’impegno di numerose figure professionali a livello nazionale, regionale e locale, i casi di rosolia sono diminuiti drasticamente nel nostro Paese. L’incidenza è oggi di 1 caso per milione di abitanti e, inoltre, dal 2019 non è stato notificato alcun caso di rosolia congenita.