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“Noi non ci immischiamo con Falcone e Borsellino… queste vergogne… alla Magione, la’ sono nati e cresciuti, i cornuti la’ sono nati”. Non usa mezzi termini Maurizio Di Fede, uomo della famiglia mafiosa di Roccella arrestato stanotte dalla polizia, rivolgendosi alla mamma di una bimba di 7 anni che avrebbe dovuto partecipare alle celebrazioni per commemorare la strage di Capaci, in cui cosa nostra uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie (anche lei giudice) Francesca Morvillo e tre agenti di scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.
Il fatto risale al 15 maggio 2019 – emerge dalle indagini coordinate dalla DDA di Palermo – e evidenzia l’astio di Di Fede nei confronti dei giudici e di conseguenza anche nei confronti della mamma e della stessa piccola: “Se gli mandi la bambina sei una sbirra – disse urlando – … noi non ci immischiamo con Falcone e Borsellino – insisteva rivolgendosi alla mamma che sottolineava come la figlia ci tenesse ad andare assieme alla classe – non ti permettere io mai gliel’ho mandato mio figlio a queste cose…”. A pochi giorni dall’evento, il 21 maggio 2019, Di Fede riprende l’argomento e il tenore e’ sempre lo stesso: “E’ a Magione, che la’ c’e’, perche’ la sono nati e cresciuti, i cornuti la’ sono nati – dice il boss intercettato rivolgendosi alla mamma della piccola – l’ha, l’ha speciale questa scuola… ci devo andare a parlare con questo preside di questa scuola… gli devo dire ma siete tutti una massa di carabinieri qui?”