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Mattatoio lager nel Messinese, animali uccisi a colpi di mazza ferrata | VIDEO

martedì 9 Marzo 2021

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Sequestrato a Mongiuffi Melia in provincia di Messina un mattatoio clandestino dove gli animali venivano uccisi a colpi di mazze ferrate e macellati senza alcuna autorizzazione. I finanzieri del comando provinciale di Messina oltre al mattatoio nel messinese hanno sequestrato un allevamento di suini, ovini e caprini, autorizzato solo in parte, entrambi privi di qualsiasi documentazione sanitaria.

I militari della compagnia di Taormina hanno accertato come il titolare dell’attività, violando la normativa in materia, uccidesse gli animali con strumenti non regolari, provocando loro gravi sofferenze con inaudita crudeltà. Anche la conservazione delle carni macellate avveniva in celle frigorifere sprovviste dei requisiti minimi richiesti. Si trattava di una vera e propria fattoria lager.

Oltre ai coltelli a lama lunga, alle mazze di ferro del peso di svariati chilogrammi e alla cella frigorifera, i finanzieri hanno sequestrato 58 capi di bestiame ancora vivi, tra suini, ovini e polli, tutti pronti per la macellazione, privi di qualsiasi indicazione su provenienza e documentazione sanitaria. L’allevatore, infine, in qualità di titolare della ditta sottoposta a controllo, è stato denunciato per ricettazione e macellazione clandestina, che prevede la pena dell’arresto da 6 mesi ad un anno.

Nel corso del secondo controllo, invece, sempre nel territorio meliese, i finanzieri di Taormina, unitamente a funzionari dell’Asp di Taormina, accertavano come un’azienda agricola del luogo allevasse capi di bestiame, in particolare maiali, privi di qualsiasi indicazione sulla provenienza e la tracciabilità, nonché innumerevoli altri animali, tra ovini e caprini, ancora non sottoposti alla profilassi prescritta dalla normativa sanitaria.

Nel dettaglio, i 12 suini privi di marchio identificativo venivano sottoposti a sequestro penale, mentre i 166 animali privi di profilassi, analogamente cautelati ma solo sotto il profilo sanitario. Anche in questo caso, l’allevatore veniva segnalato alla Procura della Repubblica di Messina, quale responsabile del reato di ricettazione, nonché sanzionato amministrativamente per la mancata osservanza delle disposizioni sanitarie vigenti

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