Con l’elezione di Giuseppe Antoci capolista del M5S finalmente un messinese approda a Bruxelles. Sono passati dieci anni da quando la città dello Stretto fu rappresentata da Sonia Alfano che però era stata eletta nella circoscrizione nord occidentale. Con oltre 63.600 voti l’ex presidente del Parco dei Nebrodi è stato eletto eurodeputato e porterà i temi della legalità e della giustizia (e non solo) a Bruxelles. In provincia di Messina Antoci è stato votato da 10.790 elettori e nel comune capoluogo da 3.883.
IL TONFO DI CATENO
E’ senza dubbio questo il primo dato che emerge dall’analisi del voto a Messina e provincia, insieme al risultato (un tonfo) di Cateno De Luca. Il leader di Sud chiama Nord ha dato alle Europee una connotazione di test per le Regionali (QUI) e di “tagliando” di metà mandato per Messina e non è andata come sperava. Con l’1, 24% a livello nazionale per la lista Libertà (un raggruppamento di una ventina di movimenti) non si è neanche avvicinato all’asticella che aveva indicato. E se sfuma il sogno del partito nazionale, infrangendosi su quel 4% che neanche Renzi e Calenda hanno raggiunto, è dalla “sua” Messina che ha ricevuto il segnale più forte. Là dove nel 2022 ha trovato praterie adesso è iniziata l’inversione di rotta. “Da Messina voglio 60 mila voti e da tutta la provincia 150 mila o cadranno teste. In Sicilia punto al 20% o torno a Fiumedinisi” (QUI). Nonostante la volata finale (tra strigliate ai suoi e tour de force quartiere per quartiere) si è fermato al 5,96% nella circoscrizione insulare e al 7,68% nella sola Sicilia. I 60 mila voti li ha presi sì, ma in tutta la circoscrizione.
DE LUCA PRIMO A MESSINA
Andiamo ai voti di Messina e provincia. Libertà di Cateno De Luca è al 21,71%, tallonata da Forza Italia (che doppia la percentuale nazionale azzurra) al 20,42%, terza la lista Fratelli d’Italia (18,15%), quarto il Pd (12,16% che dimezza la percentuale nazionale), quindi il M5S con 10,31%, la Lega 8,47%, Alleanza Verdi 3,58%, Stati Uniti d’Europa 2,02, Azione 1,23, Pace Terra e Dignità 1,47%, Alternativa Popolare 0,49%.
Il 21,71% di De Luca quindi è più che doppiato dalle liste del centro destra (FI, FdI e Lega insieme fanno 47,04%) che raffrontato ai risultati delle Regionali del 2022 è molto più che un campanello d’allarme. Allo stesso modo Pd e M5S insieme raggiungono il 22,47% (senza considerare ad esempio Alleanza Verde Sinistra Italiana), un dato che rende ardua l’idea di Cateno di essere, almeno ad oggi, il candidato presidente della Regione del centro sinistra nel 2027.
I CANDIDATI MESSINESI
Quanto ai voti dei candidati messinesi nelle liste in tutta la provincia De Luca è il più votato con 38.062 (di gran lunga distante dalla meta che si era prefisso), seguito da Bernadette Grasso (FI) con 18.972 voti, Elvira Amata (FdI) 14. 701, Giuseppe Antoci (M5S) 10. 790, Nino Germanà (Lega) 7.823, Maria Flavia Timbro (Pd) 7.023, Giuliana Fiertler (Alleanza Verdi) 945, Sonia Alfano (Azione) 798, Nino Mantineo (Pace Terra e Dignità) 686 e Massimo Romagnoli (AP) 627.
MESSINA CAPOLUOGO
Stesso quadro a Messina (comune capoluogo) amministrata da Basile che appena due anni fa ha vinto al primo turno. Libertà è al 29,10% e Cateno De Luca ottiene poco più di 17 mila voti. I tre partiti del centro destra vedono al primo posto FdI (14,32%), poi Forza Italia (12,99%) quindi Lega (7,79%). Sul fronte centro sinistra il Pd è al 13,76% e il M5S all’11,39 quindi Alleanza Verdi Sinistra Italiana al 4,95%, Pace Terra e Dignità 1,96%, Stati Uniti d’Europa 1,87%, Azione 1,54% AP 0,33%.
Il referendum su Cateno di fatto è abbastanza chiaro e se in consiglio comunale Federico Basile non ha più la maggioranza da tempo adesso mandare il messaggio è la città (che peraltro ha registrato un tasso di astensionismo elevatissimo). Un tonfo rispetto alle aspettative di De Luca che mirava a diventare imperatore del Regno delle due Sicilie ed a fare di Sud chiama Nord un partito nazionale. Soprattutto mirava alla leadership del centro sinistra nel 2027, strada questa che adesso si presenta tortuosa. Gli scricchiolii che si avvertivano a Messina negli ultimi mesi (tra addii clamorosi e rotture burrascose, da Dafne Musolino ad Alessandro De Leo passando per Carlotta Previti) sono adesso un segnale forte e chiaro. Quei 17. 294 voti per Cateno nella città da lui amministrata dal 2018 e dal 2022 da Basile sono il segnale che l’era di De Luca sta finendo. Nel frattempo più che probabile che nei prossimi giorni cadranno teste nella giunta Basile e ci sarà un rimpasto.