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Messina, la zona Falcata è sito contaminato: per la bonifica servono 80 milioni

mercoledì 13 Luglio 2022

L’esito delle analisi era scontato ed anche frutto di una politica del territorio quantomeno discutibile risalente ai decenni passati. Adesso è nero su bianco ed è un punto di partenza fondamentale per il futuro. La zona falcata è contaminata e per la bonifica serviranno almeno 80 milioni di euro. Si procederà per gradi e diventano indispensabili i 20 milioni di euro di recente inseriti nel dl Aiuti grazie all’emendamento presentato dalla parlamentare messinese Matilde Siracusano.

La zona falcata è quindi totalmente contaminata come emerso dallo studio del gruppo di lavoro dell’Università, coordinato dalla professoressa Candida Milone, e come illustrato dal rettore Salvatore Cuzzocrea e dal presidente dell’Autorità Portuale Mario Mega.

Prima di procedere con qualsiasi progetto di valorizzazione pertanto si deve bonificare l’area. Anzi, le singole aree visto che si andrà avanti per step. La prima sarà probabilmente la Real Cittadella per la quale lo stesso presidente Musumeci ha più volte garantito interventi ed impegnato risorse. Ma senza la bonifica non si può procedere.

In tutta l’area (ex inceneritore, Real Cittadella, ex cantiere Silmar, ex campo sportivo Arsenale, ex Smeb, ex Savena, ex degafissica, c’è una contaminazione estesa di metalli, diossine, idrocarburi stando all’esito del piano di caratterizzazione.

Le attività sono state avviate nell’ottobre del 2018 della Zona Falcata e lo studio, sottoposto anche all’Arpa, servirà  per dettagliare i costi della bonifica. La contaminazione non riguarda solo gli strati superficiali ma anche le acque del sottosuolo, sebbene grazie al processo naturale si depurano con maggiore rapidità. Il livello di rischio è comunque altissimo, pertanto l’unica strada è la totale bonifica.

Mega ha spiegato che adesso le aree saranno isolate e tali restereanno fino a completamento dei lavori ed ha evidenziato come si debba evitare quanto accaduto finora, tra discariche e occupazioni abusive.

Le indagini hanno riguardato suolo, acque sotterrane e sedimenti marini, sono stati campionati e caratterizzati anche a livello tossicologico anche i sedimenti marini dell’area antistante la zona Falcata- ha spiegato la professoressa Milone– Alle attività di analisi sono state aggiunte attività attorno all’area che ci fanno avere una fotografia generale

La palla passa adesso alla Regione alla quale è stato trasmesso il piano di caratterizzazione e di interventi.

Il piano è un punto fermo-ha commentato il rettore Salvatore Cuzzocrea- Nei decenni passati si è parlato soltanto e nessuno ha disinnescato questa bomba ecologica. Noi collaboriamo con tutti, ma la verità è che il metodo della sinergia non viene adottato da tutti allo stesso modo”. Il rettore ringrazia quindi la parlamentare messinese Siracusano che è riuscita a “portare a casa” i 20 milioni per la bonifica della zona falcata (dopo aver ottenuto anche il risultato sul risanamento….).

Matilde Siracusano
Matilde Siracusano

Adesso la zona Falcata potrà rientrare ufficialmente tra i siti contaminati del territorio nazionale, quelli per i quali è d’obbligo procedere alle bonifiche- commenta Matilde Siracusano– Un passo fondamentale, anche in relazione all’emendamento al decreto aiuti – presentato a mia firma ed approvato grazie al ministro Carfagna – che stanzia 20 milioni di euro (2 milioni di euro per il 2022, 8 milioni di euro per il 2023, e 10 milioni di euro per il 2024) per la rigenerazione di una delle aree più belle di Messina. Il prossimo passo dovrà essere il via libera al piano da parte della Regione Siciliana: l’ok definitivo – questo il nostro appello – arrivi subito, nel più breve tempo possibile.Adesso abbiamo tutti gli strumenti per intervenire e per risanare una zona storica e dalle enormi potenzialità”.

 

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