Chiuse le urne a Taormina lo scontro continua in riva allo Stretto sulla presidenza del Consiglio comunale di Messina. Il sindaco Basile ha infatti perso la maggioranza bulgara (QUI) che aveva appena un anno fa, al momento dell’insediamento (l’ormai nota maggioranza più Iva come la battezzò Cateno De Luca). Un anno dopo da 23 consiglieri a favore il dato è sceso a 15 e le conseguenze si sono viste a maggio dopo le dimissioni di Cateno De Luca da presidente del Consiglio comunale. Doveva essere una successione indolore nelle intenzioni dei deluchiani. Invece il successore designato, Nello Pergolizzi, si è fermato a 15 voti, due voti in meno rispetto alla soglia prevista per l’elezione. Nel corso dei mesi infatti si sono registrati addii, gli ultimi dei quali consumati a ridosso delle amministrative di Taormina e gli equilibri sono cambiati. Contemporaneamente si è rotta l’alleanza con Prima l’Italia-Lega di Nino Germanà e i due consiglieri sono passati all’opposizione.
Ma a fine maggio, a urne chiuse e dopo l’elezione di Cateno De Luca a sindaco di Taormina, nel corso della notte, tra distrazioni di un’opposizione trasversale impantanata da veti trasversali, individualismi e franchi tiratori, grazie anche ad un parere della segretaria generale Rossana Carrubba, la maggioranza Basile, sia pure risicata, “strappa” la presidenza del Consiglio con i 15 voti a favore per Pergolizzi QUI
Stando al parere della Carrubba non sarebbe stata necessaria la maggioranza più uno (quindi 17 voti) poiché si era in seconda votazione. Di tutt’altro avviso i consiglieri delle opposizioni (centrodestra, Pd e alcuni del misto) giacchè dalla prima votazione del 3 maggio a quella di fine mese ci sono state ben due dimissioni (Cateno De Luca e Alessandro De Leo), a distanza di 10 giorni l’una dall’altra e due surroghe. Ne consegue che la composizione dell’organo consiliare non era la stessa ed è stata modificata per consentire le surroghe in due momenti successivi e che pertanto non è possibile considerare un unicum quelle che sono state votazioni distinti. Da qui la decisione di contestare in ogni sede l’elezione di Nello Pergolizzi a presidente e rinviare le votazioni sull’ufficio di presidenza.
Così i 17 consiglieri d’opposizione si sono rivolti all’assessorato regionale alle Autonomie Locali per chiedere un parere ed eventualmente indicazioni su come procedere. E’ chiaro che si tratta di un primo passo perché l’obiettivo è andare fino in fondo, Tar compreso. Quei 15 voti non rappresentano il raggiungimento della maggioranza e lo scontro è su questo punto. Nel frattempo Pergolizzi, che dal canto suo si è mosso per contestare il candidato presidente dell’opposizione, Maurizio Croce chiedendo la verifica dell’incompatibilità, è sulla graticola. Nel mezzo c’è l’esame del bilancio e l’elezione dell’ufficio di presidenza. Un clima surriscaldato che annuncia un’estate più torrida del previsto.