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La nota

Otto anni per avere 250 euro per un disservizio aereo, D’Angelo (Italia Rimborso): “La macchina della giustizia è lenta. Il Ministero faccia da mediatore per velocizzare i tempi”

martedì 8 Luglio 2025

Otto anni per avere 250 euro. Ora il Ministero riconosca le indennità per la irragionevole durata del processo. Il Ministero dei Trasporti, l’ENAC, seppur nella sua funzione esclusivamente sanzionatoria, facciano da mediatori.

La macchina della giustizia è lenta. I miei assistiti appena termineranno il giudizio per ottenere le 250 euro del disservizio aereo, chiederanno gli indennizzi al Ministero della Giustizia per equo risarcimento spettante da lungaggine processuale, quello sancito dalla Legge Pinto. A fare appello è l’avvocato Salvo D’Angelo, Direttore Legale di Italia Rimborso. Processi su processi, mentre lo Stato incassa i contributi unificati e le marche da bollo. E le compagnie aeree che pagano le tasse in altri Stati, pagheranno i passeggeri fra otto anni. Il passeggero, ancorché contribuente, aspetta. Chi trae vantaggio da un simile immobilismo è qualche compagnia aerea che, confidando in una giustizia impantanata, può permettersi di ignorare le richieste, attendere tempi infiniti, e scoraggiare l’azione legale grazie a un sistema che non funziona.

Continua D’Angelo: “L’ultimo rinvio che ho ricevuto è al 20 ottobre 2031, quelle precedente al 13 ottobre 2031. Il passeggero aveva volato nel marzo del 2023. Non è tutto normale. Serve immediatamente una soluzione. Il Ministero dei Trasporti, l’ENAC, seppur nella sua funzione esclusivamente sanzionatoria, facciano da mediatori. Convocate passeggeri e vettori oggi, non domani. La verità? Inizio a pensare che questa situazione faccia comodo a molti. Qualcuno parla di danno erariale, quindi danno ai cittadini, non solo come passeggeri, ma anche come contribuenti. Non credo che ci sia volontà che lo Stato danneggi lo Stato, ma non sarebbe la prima volta. Invero, se ENAC istruisse un fascicolo per i singoli sinistri, ha il dovere, qualora accertato l’inadempimento, di sanzionare il vettore per singolo sinistro, quindi singolo passeggero, singolo ritardo. Immagino che circa cinquantamila mila sanzioni con incassi al minimo di 2.500 euro determinerebbero 125 milioni di euro. Penso che siano sufficienti per riorganizzare qualche Ufficio del Giudice di Pace più complesso. Mi chiedo se questo danno sia valutabile in linea ai parametri giurisprudenziali della Corte dei Conti. Ma nel frattempo, chiedo ad ENAC, al Ministero, di convocare immediatamente le parti. Azzeriamo subito il contenzioso. Serve buon senso, serve che ogni parte rinunci a qualcosa. Rallentiamo il lavoro delle cancellerie e prendiamo fiato.

Quali sono i problemi? I passeggeri subiscono un disservizio rientrante nei casi previsti dalla normativa europea, in assenza di circostanze eccezionali come il maltempo. Danno incarico al loro legale, o ad una claim company, o all’associazione dei consumatori dove sono iscritti. Qui la maggior parte dei vettori, si rende disponibile a definire bonariamente. Riconosciuto il diritto del passeggero ed i compensi, entro trenta giorni sono tutti soddisfatti. Negli altri casi, quando la compagnia aerea non intende riconoscere le somme, o le spese che il passeggero ha sostenuto per essere assistito, allora si va in conciliazione (istituto in attesa della Sentenza del Consiglio di Stato). Esito negativo, quindi si va in giudizio. Qui inizia la tragedia. La soluzione?afferma D’AngeloRitornare alla precedente soluzione. Gli Ordini professionali degli Avvocati, da Trapani a Milano, si sono mobilitati. Hanno scritto al Ministero della Giustizia. Dopo anni, siamo qui. In attesa della prossima udienza.

Conclude l’avvocato Salvatore D’Angelo – “La società che assisto è la prima claim company in Italia, migliaia sono i casi portati ogni anno al vaglio dell’Autorità Giudiziaria civile. La competenza è quella del Giudice di Pace. Il Foro è dettato dalla tratta aerea. Malpensa con il Foro di Busto Arsizio e Civitavecchia per quello di Fiumicino, sono gli Uffici più complessi. Qui i rinvii arrivano a sei anni. Seguono Venezia e Napoli. Gli altri Uffici sono più celeri, entro due anni, spesso si ottiene giustizia. L’introduzione del processo civile telematico, la Riforma Cartabia hanno azzerato i diritti dei passeggeri. La giurisprudenza cambia da Foro a Foro e, talvolta, da Giudice a Giudice dello stesso Foro. Così continuando, i cittadini perdono la fiducia in un pilastro della democrazia, la Giustizia.”

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