È finito in manette Gianfranco Antonuccio, carabiniere in servizio al Reparto investigativo della Compagnia di Licata, a seguito dell’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, coordinata dall’aggiunto Paolo Guido, in cui i carabinieri del Ros di Palermo hanno arrestato il luogotenente dell’Arma.
Il militare è accusato di induzione a consegnare denaro, traffico di monete false e rivelazione di segreto d’ufficio. Tra gli elementi a carico di Antonuccio ci sono le dichiarazioni dell’avvocato Angela Porcello, ritenuta tra i capi di Cosa nostra agrigentina, finita in manette in una indagine che ha svelato il suo ruolo di intermediario con boss di spicco detenuti. La donna ha dichiarato ai pm che il carabiniere avrebbe chiesto 1500 euro al suo compagno, il capomafia Giancarlo Buggea, quando questi era ai domiciliari.
Antonuccio, incaricato di controllare che Buggea rispettasse le prescrizioni imposte dalla misura, avrebbe in cambio chiuso un occhio sul comportamento del boss. Il nome del carabiniere ricorre, inoltre, in diverse intercettazioni dalle quali emergono anche suoi rapporti con una organizzazione di trafficanti di droga.
Il carabiniere aveva persino ricevuto un encomio, 4 anni fa, dalla Legione dei carabinieri. Nell’encomio si legge che il carabiniere, che s’era già distinto in precedenti operazioni di servizio “dando piena prova di elevata professionalità, spiccato acume investigativo e non comune dedizione al servizio, conduceva in un’area caratterizzata da omertà e diffuso timore di ritorsione, una prolungata attività investigativa che consentiva di individuare gli autori dell’incendio a scopo intimidatorio ai danni di una casa del sindaco di Licata”.