Sono bastate appena due ore di consiglio comunale, per approvare ieri sera, a maggioranza, il Piano triennale delle opere pubbliche e dare la volata, la prossima settimana, alla maratona del Bilancio di previsione. A votare contro l’atto sono stati i consiglieri di Forza Italia, Giulio Tantillo e Roberta Cancilla, i sei consiglieri del M5S, Marianna Caronia del gruppo misto e Cesare Mattaliano dei Coraggiosi. Compatta la maggioranza che ha acceso il semaforo verde.
Un Piano che conferma, come avevamo già scritto sul nostro giornale, l’impalcatura di uno strumento che quasi in maggioranza, si parla del 46,3 per cento, prevede soltanto interventi di manutenzione rivolti alla “prevenzione dei rischi e protezione” delle strutture, come lo stesso assessore ai Lavori Pubblici, Emilio Arcuri, ha dichiarato nel suo intervento di replica.
“Solo per il 53,7 per cento – ha spiegato Arcuri – si tratterà di nuove opere”. Ma anche questa dichiarazione si presta a dei dubbi, perché molte delle opere sono quelle già inserite negli anni precedenti e, quindi, non possono essere considerate programmazione di nuovi interventi. Comunque, Arcuri ha sciorinato il piano di interventi che permetteranno “una visione che esalta questo percorso”. Dalla scelta “politica di non fare strade” e intervenire, invece, sui quartieri di Borgonuovo, Sperone, Zen, grazie all’accordo di programma; dai Mercati generali, in attesa della nuova collocazione nell’area di Bonagia; dal nuovo Forno crematorio che dovrebbe andare a gara appena approvato il bilancio, alla riqualificazione della di via Messina Marine (spesa per 10 milioni di euro), anch’esso ancora da mettere a gara; dalla realizzazione degli svincoli di Brancaccio, al cimitero di Ciaculli. Per quest’ultimo Arcuri ha detto che “esiste un’interlocuzione con una società che ha presentato un progetto. Ma è dal mese di maggio che aspettiamo alcuni chiarimenti”. Quindi tutto in alto mare.
Insomma, un quadro complessivo che disegna la mappa di 663 opere, con una disponibilità di 550 milioni di euro nel triennio, che possono arrivare fino a 700. Continuando con i 33 milioni del PON (Programmi Operativi Nazionali) e i 350 milioni del Patto per Palermo (ma questi con fondi dello Stato). Sono 109, per il 2017, i milioni di euro previsti che poi arrivano a 1.8 miliardi nel 2018, fino a 2 miliardi di euro per il 2019.
Malgrado ciò, non è mancato però lo scontro in aula su alcuni aspetti, sia tecnici che di merito sull’atto. Il capogruppo dei pentastellati, Ugo Forello, ha sollevato l’attenzione sul fatto che il Piano era sprovvisto del parere dei revisori dei Conti e come, invece, in altri comuni italiani il regolamento di contabilità lo prevedesse. E sulla vicenda mutui, ammontano a 15 milioni di euro che il Comune dovrebbe contrarre attraverso la Cassa depositi e prestiti, alcuni consiglieri hanno mostrato delle perplessità.
Il consigliere Mimmo Russo (Palermo 2022) ha chiesto se non “occorrerebbe chiedere un parere agli uffici” e Giulio Tantillo (Forza Italia) ha detto che “i revisori dei conti hanno proprio citato nella loro relazione il mutuo di 15 milioni”. E sempre secondo l’esponente azzurro “l’unico vulnus è che se ci fosse una modifica, dopo un eventuale parere espresso sul bilancio, allora dovrebbe necessitare del parere dei revisori dei conti”. Arcuri ha detto che “sui mutui ci deve essere un’assoluta tranquillità”.
E anche sulla questione della Fiera del Mediterraneo, per la quale è prevista la somma di 160 mila euro per l’adeguamento elettrico, quindi un intervento di sola manutenzione e non un progetto per utilizzare la struttura, ad esempio come polo fieristico o di eventi, qualche dubbio è stato sollevato. Si tratta di una vicenda tutta interna all’Amministrazione e, peraltro, con dei risvolti poco ortodossi. Sollevata dalla consigliera grillina Giulia Argiroffi in un post sulla sua pagina facebook e poi anche in aula dal consigliere Russo. Si parla di due progetti esistenti per l’area della ex Fiera del Mediterraneo: il primo commissionato dal SUAP (Area Attività Produttive) e in fase di realizzazione e il secondo dell’Area Infrastrutture, sempre del Comune, pari a tre milioni di euro, inseriti nel Piano Triennale, da impegnare entro dicembre 2017.
Ma l’aspetto davvero bizzarro è che alle Attività Produttive non si conosce il progetto delle Infrastrutture e alle Infrastrutture non sanno dell’esistenza del progetto delle Attività Produttive. Come dire: Pare che gli uffici non si parlino.
Inoltre, è stato più volte chiesto al Presidente del Consiglio, Totò Orlando di far sì che per le prossime sedute siano presenti tutti gli uffici, i revisori dei conti e gli assessori competenti, perché in caso di presentazione di un emendamento o la necessità di un parere, durante i lavori, non “possiamo perdere tempo”. Una sorta di chiamate alle armi in previsione della lunga “battaglia” sul Bilancio.
Buone notizie, invece, sul versante della tutela degli animali. Con un emendamento presentato dalla consigliera comunale Marianna Caronia (gruppo misto), si potrà realizzare un rifugio per circa 300 cani in via Messina Montagne, il cui costo sarà di quasi 1 milione di euro. Approvato anche l’ordine del giorno che impegna l’Amministrazione a realizzarne la struttura entro quest’anno.
“Si potrà in questo modo almeno alleviare il gravoso problema non solo del randagismo ma anche della sicurezza dei cittadini – ha detto soddisfatta la Caronia – che rischiano di essere aggrediti da questi poveri animali abbandonati e affamati. In ogni caso con questo primo e importante passo in avanti si eviterà il paradossale utilizzo di rifugi fuori città, con costi operosissimi, così come già avvenuto nel recente passato”.
Adesso la parola passa alla discussione sulla manovra finanziaria, quella per intenderci che serve a far muovere la macchina comunale e che consentirà al Sindaco di poter rendere operativo il Peg (piano esecutivo di gestione) e aprire i “rubinetti” della spesa. E qui la “passeggiata” sarà tutt’altro che facile.
LE REAZIONI.
“La visione politica che ispira il piano triennale delle opere pubbliche, approvato dal Consiglio Comunale, produce una radicale trasformazione di Palermo e rappresenta la realizzazione di un sogno straordinario: una città più vivibile, più ecologica, più sicura. È un sogno di 550 milioni che comincia a realizzarsi“. Lo afferma Giusto Catania, capogruppo di Sinistra Comune, il quale sottolinea un aspetto rilevante: “Nei prossimi tre anni a Palermo ci sarà un investimento di oltre 550 milioni di euro che garantirà l’ampliamento del sistema tram, la green way, l’illuminazione dei monumenti riconosciuti patrimonio dell’umanità, un piano di manutenzione degli edifici e delle scuole, interventi per la messa in sicurezza dell’assetto idrogeologico del territorio. Grande parte di queste opere – conclude Catania – sono finanziate con risorse comunitarie e nazionali e questo dimostra la capacità dell’Amministrazione comunale di intercettare ed investire risorse esterne al bilancio comunale. Per tutte queste ragioni il gruppo di Sinistra Comune ha votato positivamente l’atto deliberativo.”
Critica è invece Nadia Spallitta. “Un elenco annuale di opere che si sarebbero dovute realizzare nel 2017 e che quasi sicuramente non vedranno la luce. Si registra la totale assenza di propensione all’investimento e si privilegiano, invece, le spese correnti. Infatti, se da un lato si nota che il fabbisogno cittadino di opere pubbliche (parcheggi, scuole, biblioteche, centri urbani, impianti, piste ciclabili, area verde) è pari a circa 4 miliardi e 100 milioni, sono coperti finanziariamente e sono inseriti nell’elenco annuale, interventi per soli 70 milioni. Circa il 2% dell’effettiva necessità della città. Non vi è alcun ricorso a fondi europei. Quasi tutti gli investimenti riguardano la manutenzione degli edifici ed appare anche limitato a pochi milioni di euro. Inoltre, buona parte delle opere inserite nell’attuale piano triennale ed elenco annuale, non essendo state realizzate, vengono reiterate, nel corso del tempo. Ad esempio, si parla del recupero del baglio Mercadante da circa 20 anni. Ed ancora, la piazza principale dello Zen, versa in una condizione di inaccettabile degrado da quasi 40 anni. Si parla degli stessi parcheggi, delle stesse scuole, degli stessi impianti, stessi restauri, delle stesse tipologie di interventi. In altre parole, il programma triennale delle opere pubbliche di Palermo è lo specchio dell’immobilismo, che caratterizza l’economia ed impedisce un sano e regolare sviluppo del territorio”.