Il sogno secondo posto è durato giusto una manciate di settimane. Se la trafila di risultati utili consecutivi aveva riacceso l’entusiasmo per la promozione diretta in serie A, il pareggio di Cremona (CLICCA QUI) e la deludente sconfitta casalinga con la Ternana (CLICCA QUI) hanno fatto scivolare i rosanero nuovamente al quinto posto. I punti di distacco, questa volta dal Venezia, sono nuovamente cinque. L’impressione è che le agguerrite pretendenti abbiano imparato a correre, tutte tranne il Palermo.
I rosa sono da sempre gli avversari di se stessi. La paura di spiccare il volo è una sindrome che ha già colpito il club di viale del Fante nel corso della stagione. Con un match in meno e una distanza minima dal Parma, l’ambizione pre – Lecco era addirittura la vetta. Poi la caduta libera e i pericoli alle spalle prima della ritrovata consapevolezza. Insomma, il momento della consacrazione non è mai stato vissuto bene dagli uomini di Corini, che sul più bello hanno sempre ceduto alla tensione e all’ansia da prestazione. Tra le note difficoltà nell’affrontare le “piccole” e la paura di ricadere nel buio baratro già vissuto a novembre, il match al Rigamonti è un ostacolo da non sottovalutare.
Lo scontro con le fere ha messo in luce un calo non di poco conto. Al di là della “giornata no” di Ceccaroni, che ha inficiato il risultato finale del match, tante pedine sono risultate in evidente stato di appannaggio: da Ranocchia a Diakité, da Pigliacelli a Di Mariano. Nulla di strano visto lo sforzo fisico dettato dalle fatiche del turno infrasettimanale. Ma che fino hanno fatto i “22 titolari“? Senza considerare gli indisponibili Lucioni e Desplanches, ai box per infortunio, per la rubrica “Chi l’ha visto?“ alcuni volti sono ormai stati segnalati come dispersi. Appaiono tempi ormai remoti quando Vasic era la giovane promessa titolare, Stulac il perno imprescindibile, Henderson il colpo dalla A capace di donare linfa e vivacità alla manovra offensiva o Mancuso il vice-bomber alle spalle del capitano. Gerarchie e scelte tattiche hanno spostato i profili sotto esame ai margini del progetto. La riflessione sorge così spontanea e i “problemi di fiducia“ potrebbero dunque essere l’elemento discriminante alla base del poco riposo e delle tante pretese verso alcuni specifici attori. In terra Lombarda tanti nodi potrebbero così venire al pettine nel disperato tentativo di correre ai ripari e rilanciarsi verso il secondo gradino del podio.
I conti con le rondinelle non sono mai stati chiusi del tutto, il 2-2 (CLICCA QUI) dello scorso anno è una ferita aperta e non del tutto rimarginata, nonostante il riscatto dell’andata (CLICCA QUI). Il tecnico di Bagnolo Mella tornerà a calcare la terreno di casa ma non è più tempo di richiami alle radici e sentimentalismi. Sono “solo” undici i turni dal termine del campionato prima che cali definitivamente il sipario. Molti tifosi sembrano ormai rassegnati a dover affrontare anche il secondo atto di maggio. In conferenza stampa Corini ha rassicurato: “La sconfitta con la Ternana ci ha rallentano ma non inficia su quello che vogliamo fare. Ci vogliamo provare e abbiamo la forza per rifarci sotto come siamo già stati in grado di fare. Abbiamo subito una sconfitta dolorosa che ci allontana dal secondo posto ma abbiamo caratteristiche e risorse per riprenderci“. Basterà questo semplice monito?