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Continua la protesta dei dipendenti par-time della Tim a Palermo che lamentano una situazione di precarietà insostenibile. Oggi 25 gennaio, decine di lavoratori si sono riuniti in assemblea davanti il negozio Tim di via Libertà per fare il punto della situazione e programmare le prossime iniziative. Il capoluogo palermitano, spiegano, è l’unica città d’Italia in cui gli operatori del 119, il numero clienti della compagnia telefonica, operano su turni serali a tempo parziale.
Con queste motivazioni le rappresentanze sindacali di Slc, Fistel e Uilcom avevano proclamato lo sciopero il 21 gennaio scorso, al quale aveva aderito l’80% dei lavoratori. “Questa situazione – avevano spiegato in un comunicato congiunto – ormai è insostenibile in un’azienda che affida a terzi migliaia di chiamate e nell’ultimo piano industriale aveva ragionato sulla possibilità di incremento orario di queste risorse”.
Oggi il segretario della Slc Cgil Palermo, Maurizio Rosso, rincara la dose. “Non è più rimandabile una discussione sul consolidamento del lavoro – ha detto – sulla contrattazione di secondo livello e sui livelli inquadramentali dei lavoratori di una delle più grandi aziende a rete del paese. Non si può continuare in una logica di part-time involontario che si traduce in un precariato indotto e senza prospettive”.
Secondo i sindacati il problema sarebbe di facile soluzione. Questa, spiegano, “ha un costo zero per Tim vista l’elevata quantità di traffico che Tim dà in gestione agli outsourcers. Non si comprende come mai in un momento dove le Relazioni Sindacali hanno sottoscritto due importanti accordi Nazionali, tra cui uno specifico sulle relazioni industriali, nel territorio non arriva nessun segnale di cambiamento”.