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"La città chiama..."

Palermo, Zisa: c’è un forte bisogno di attenzione e cura sul giardino patrimonio Unesco CLICCA PER IL VIDEO

sabato 24 Febbraio 2024

Attraverso “La città chiama” de ilSicilia.it, le segnalazioni si moltiplicano, evidenziando problemi e disagi nei quartieri di Palermo. Dalla cura delle strutture culturali alle criticità dei marciapiedi, dalle questioni dei rifiuti al buio delle strade, dalle strutture sportive abbandonate agli appelli per maggiore sicurezza nel territorio contro i furti e atti di vandalismo.

Una delle segnalazioni più incisive proviene da Eugenio Oreto, residente nel quartiere Zisa. Abbiamo approfondito le preoccupazioni e le problematiche giornaliere dei residenti della zona, all’interno del suggestivo giardino del Castello della Zisa, cercando di gettare luce su alcune situazioni quotidiane che richiedono attenzione e soluzioni concrete all’interno del quartiere.

Eugenio Oreto – residente quartiere Zisa

 

L’INTERVISTA

Nelle varie segnalazioni ricevute, molte riguardano la gestione del Castello della Zisa e del suo giardino. Qual è la situazione ad oggi?

“Nel giardino antistante il castello ogni giorno si può constatare che la situazione non cambia, nonostante le segnalazioni fatte sia a testate giornalistiche locali che ad altri canali social. Il giardino è puntualmente pieno di rifiuti, le vasche sono regolarmente con l’acqua ristagnante, putrida e con una forte criticità per quanto riguarda l’illuminazione al suo interno”.

“Non si riesce a comprendere il motivo per cui alcuni giorni funziona e altri viene disattivato, creando problemi alla fruizione del giardino da parte dei cittadini”. 

 

Alcune delle segnalazioni a “La città chiama” hanno riguardato la situazione degli orari all’interno del castello, puoi spiegarci meglio?

“Sì, gli orari cambiano dalla stagione estiva a quella invernale e la cittadinanza non riesce a comprendere quali siano effettivamente quelli ufficiali, vista la carenza della cartellonistica informativa in tal senso. Di frequente si verifica che il personale preposto alla chiusura e apertura del giardino chiuda anticipatamente”.

“Spesso alle 17 viene comunicato di allontanarsi velocemente per la chiusura, causando evidenti disagi per le famiglie con bambini, dato che è presente un’area giochi attrezzata con altalena e altre attrezzature, che a volte potrebbe essere evitata con maggiore chiarezza e tempismo sugli orari di chiusura, evitando incresciose discussioni con i dipendenti della struttura“.

 

Rispetto agli altri anni con questa amministrazione, ci sono stati miglioramenti e cambiamenti significativi nella gestione e fruizione del giardino?

“Negli ultimi anni c’è stato un miglioramento, ma non si può ritenere sufficiente per la corretta e dignitosa gestione di un luogo che, come sappiamo, è stato inserito nel percorso Arabo-Normanno, riconosciuto patrimonio dell’umanità UNESCO. Bisogna fare ancora molto”.

 

Altro tema molto sentito dai residenti della Zisa è l’illuminazione pubblica nelle vie del quartiere, con situazioni che si riversano poi sulla questione sicurezza del territorio. Può ricordarci uno degli aneddoti che ci ha segnalato a “La città chiama…”?

“Dicevamo prima dell’illuminazione interna al giardino, ma anche quella all’esterno risulta molto carente con pali non funzionanti e addirittura con intere strade totalmente prive e immerse nel buio. Segnalo via Silvio Pellico all’altezza del crocevia con via Cipressi, dove i pali sono stati rimossi per problemi di sicurezza, poiché erano in condizioni di degrado e quindi tolti per evitare pericolo per i passanti. Dal 2015 non sono stati mai più ricollocati.

Ovviamente, la mancanza di illuminazione crea problemi per la sicurezza dei cittadini e dei residenti, e vedo un aumento anche degli episodi di microcriminalità. Ultimamente, un’attività commerciale in via Eugenio L’Emiro è stata oggetto di atti vandalici, con furti e scasso della vetrina. E questi episodi sono ovviamente favoriti dalla mancanza di illuminazione pubblica”.

 

Un’altra situazione che ci ha segnalato riguarda un campetto di calcio nella zona di via Eugenio L’Emiro. Ci può spiegare meglio?

“Sì, questo campetto di calcio si trova precisamente in Largo Felice Giarrusso, una traversa di via Eugenio L’Emiro. Un campetto realizzato dall’Istituto Case Popolari, che fa parte del quartiere residenziale di espansione presumibilmente verificatosi tra gli anni ’60 e ’70”.

Attualmente è in condizioni di abbandono, inaccessibile e chiuso. I bambini si ritrovano in marciapiedi o spazi non adeguati quando invece abbiamo strutture preposte che potrebbero essere utilizzate”. 

 

Che valore ha lo sport e il tempo libero per le famiglie nei quartieri?

“È un valore importante. Lo sport significa educazione per i bambini, avere obiettivi per i ragazzi e per le famiglie è un modo per essere tranquilli, per far sì che i propri figli svolgano attività costruttive e non attività che potrebbero essere negative per loro”.

 

Sappiamo che quando i ragazzi e le ragazze non hanno uno sfogo propositivo, non hanno qualcosa a cui dedicarsi, poi finiscono a fare cose che non dovrebbero fare”.

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