Oggi è il Carbonara day, ma chi mi conosce sa che, come il padre di Toula, ne “Il mio grosso grasso matrimonio greco”, riporta ogni cosa al mondo ellenico, io, con “il mio grosso grasso patrimonio siculo”, vedo l’origine di tutto nella Trinacria. Dopo aver fatto incavolare i miei amati inglesi per via di Shakespeare, alias Michelangiolo Florio, e per la cheesecake, scopiazzatura dello sfoglio madonita, i fiorentini per aver detto, con prove alla mano, che Dante temeva la Lingua Siciliana perché considerata l’unica e vera, potevo farmi sfuggire la “Carbonara?” Certo che no e, quindi, romani di lu me cori, detto senza ironia, devo fare una rivelazione pure a voi: l’antesignana della famosissima pasta, a cui è dedicato il 6 aprile, è nata in Sicilia e si chiama: “Pasta cu riquagghiu”. Questa ricetta del ‘700 è un piatto povero a base di un mix di uova, formaggio, quaglio da cui il nome, pane duro fritto e pepe. Andiamo alla ricetta.
Ingredienti per 4 persone
· 400 g di spaghetti, tagliatelle o ciò che preferite
· 2 uova
· 80 g di pecorino siciliano DOP
· sale q.b.
· pepe a piacimento
Procedimento
· Sbattete le uova con il sale ed un pizzico di pepe.
· Nel mentre cuocete gli spaghetti.
· A cottura ultimata, scolateli e versateli nuovamente nella pentola, aggiungendo le uova, che non devono formare una cremina, ma essere rapprese.
· Mescolate, aggiungendo pecorino, pepe e tocchetti di pane fritto
· Togliete dal fuoco, impiattate e la” pasta cu riquagghiu” è pronta per essere divorata.
Buon Carbonara day, ma provate quella siciliana che, per molti, è l’unica e vera.