Una legge per fermare le aste immobiliari sulla prima casa e sui beni strumentali d’impresa al fine di aiutare le persone e le imprese in difficoltà. A chiederla è il presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, che inoltre invoca controlli più serrati per smascherare i casi di usura e anatocismo. Fenomeni ancora molto diffusi in tutto il Paese. Oggi sono 800.000 le esecuzioni giudiziarie, un dato in forte crescita.
“E’ necessario tutelare il bene primario come la casa d’abitazione o l’immobile strumentale all’attività d’impresa – spiega Finocchiaro – per questo chiediamo che il Parlamento legiferi per un cambio radicale della normativa sulle aste immobiliari. Una legge che garantisca i diritti di entrambe le parti. Vogliamo contrastare anche iniziative parlamentari che vogliono delegare agli avvocati le procedure d’ingiunzione senza intervento del Giudice. Non possono ripetersi fatti come quello accaduto a nonno Mariano. Chiediamo una legge efficace per salvaguardare coloro che vivono grandi difficoltà economico finanziarie e l’altro aspetto non secondario, “colpire” il sistema di aggiudicazione da parte della criminalità organizzata”.
Per Finocchiaro bisogna modificare il sistema del ribasso d’asta, che fa ridurre drasticamente il prezzo dei beni, ben al di sotto del loro reale valore, generando delle vere e proprie speculazioni a danno della parte più debole. Un meccanismo perverso che si rivela come una beffa per i proprietari in difficoltà.
In particolare Confedercontribuenti propone un sistema di aggiudicazione al rialzo su una base d’asta determinata dalla media del risultato delle perizie effettuate dai consulenti delle parti in causa. Inoltre per garantire trasparenza e legalità la gestione delle aste dovrà essere affidata a specifiche sezioni dei tribunali, non appartenenti ai territori oggetto dell’asta e da svolgersi esclusivamente con modalità telematica.
“Altro punto fondamentale riguarderà i requisiti dell’aggiudicatario, che dovrà dimostrare capacità finanziaria, regolarità fiscale e previdenziale e certamente nessuna condanna giudiziaria. Noi su questo apriremo una battaglia di civiltà, anche alla luce della grave crisi economica che colpisce il paese”, conclude Finocchiaro.