Il regolamento sulla pubblicità a Palermo esiste dal 1997 ed è ancora in vigore lo stesso, nulla è cambiato, fatto salvo che oggi si potrebbe dire che esistono più impianti pubblicitari che alberi.
Nel 2015 dopo 15 anni di attesa è stato approvato a Sala delle Lapidi il nuovo regolamento sulla pubblicità e le pubbliche affissioni.
Sicuramente ricco di buoni propositi, composto da circa 27 articoli, avrebbe dovuto mettere fine ai manifesti selvaggi in città e avrebbe dovuto fare ordine in un settore che sembra non rispettare alcuna regola.
Subito dopo l’approvazione, lo step successivo è stato quello di costituire l’ufficio del piano con relativo aggiornamento (entro sei mesi) delle cartografie che il consiglio avrebbe dovuto approvare entro 60 giorni.
Il provvedimento imponeva al Comune di censire gli impianti in città e suddividere in 14 macro aree, inoltre le concessioni dovevano essere assegnate con “gare ad evidenza pubblica“. Da suddividere circa 63.000 metri quadrati: 12.693 saranno gestiti dal Comune e 34.335 da privati; a questi si dovevano aggiungere 10.153 per l’arredo urbano e 6 mila per fermate di autobus e tram.
Tra i divieti: stop alle affissioni sui pali della luce dei cartelli di affitto, ai gonfaloni; proibite le insegne a bandiera e i mezzi pubblicitari rifrangenti. Stop anche ai messaggi pubblicitari che istigano alla violenza, all’odio razziale, alla discriminazione sessuale e alla violenza sulle donne e domestica.
Il sindaco Leoluca Orlando quando venne approvato durante la seduta del consiglio comunale il regolamento disse: “Questo atto rompe un sistema, sancisce la vittoria della normale competizione economica sul monopolio. Entro un anno saranno attivate le gare e le imprese potranno misurarsi sulla base della qualità delle loro proposte. Il regolamento disegna una Palermo più bella e più ordinata che assicura sviluppo e competitività“.
L’associazione comitati civici Palermo ha raccolto e denunciato negli anni alle autorità competenti problemi di sicurezza per gli automobilisti e dunque la violazione dell’art.23 – comma 1 del Codice della Strada.
“La stragrande maggioranza delle affissioni pubblicitarie non rispetta quanto previsto dall’art. 23 comma 1 del Cds , per esempio circa le distanze da rispettare, in prossimità degli incroci o sulle rotatorie, né le regole dettate per evitare di creare confusione con la segnaletica stradale o renderne difficile la visibilità e la comprensione, di distrarre i conducenti o ostacolare il transito delle persone invalide, tutte situazioni che, invece, si manifestano puntualmente in ogni zona della nostra città, come documentiamo solo in parte con le foto che alleghiamo; problemi di legalità, in quanto alcune affissioni risultano prive delle targhette identificative obbligatorie per legge, con presumibile danno erariale , tra l’altro, per i mancati introiti nelle casse comunali; problemi di carattere estetico e di decoro, in quanto viene deturpato il volto della nostra città, meta di turisti in ogni periodo dell’anno, che vedono insegne e cartelloni ovunque, addossati ai monumenti, sulle mura storiche, su edifici antichi di pregio, sugli alberi, sui pali della luce solo a Palermo viene consentito questo, perché in nessuna città europea è permesso nascondere in questo modo caotico le bellezze artistiche e naturali delle città, deturpandola orrendamente, e la nostra è una delle città d’arte più belle d’Europa”.
La materia è regolamentata in modo dettagliato dall’art.23 del Codice della Strada e dal suo regolamento di attuazione, approvato con DPR n. 495/92, chiarissimi nel definire “mezzo pubblicitario da assoggettare alle regole del CdS tutto ciò che viene percepito dall’utente della strada e che non sia un segnale stradale e che, nel contempo, possa creare pericoli ai conducenti, ingenerando confusione o distrazione, a causa della forma, del colore o della collocazione”.
“L’invasione selvaggia di cartelloni pubblicitari di ogni forma e misura, addossati gli uni agli altri senza soluzione di continuità agli incroci, intersezioni a raso, nelle rotatorie stradali, a ridosso degli impianti semaforici, sugli spartitraffico, sui monumenti, non solo viola apertamente una legge dello Stato, l’art. 23 del Codice della Strada, ma risulta una violazione fatta senza nessuno scopo” affermano dall’associazione comitati civici Palermo.
“Infatti, se l’intento delle aziende pubblicitarie è quello di incentivare l’acquisto dei prodotti sponsorizzati, veicolandone l’immagine al fine di raggiungere il consumatore convincendolo ad acquistarlo, in questa enorme confusione il messaggio non viene affatto recepito” prosegue l’associazione.
“Sfidiamo chiunque a cogliere in mezzo ad una serie infinita e confusa di immagini quella che colpisce e raggiunge lo scopo di pubblicizzare un prodotto. Ergo, trattasi di violazioni aperte a legge dello Stato senza alcun ritorno economico per le aziende, ma solo con grave danno agli utenti della strada ed al decoro della nostra città. Il ritorno negativo, inoltre, è a carico del turismo, penalizzato dal caos creato da queste affissioni selvagge, che nascondono e mortificano la bellezza della nostra città“, concludono dall’associazione.
Proprio in questi giorni è stato sequestrato l’impianto pubblicitario tecnologico installato dalla Damir alla Cala, il provvedimento è scattato dopo i controlli congiunti dei vigili urbani e dei tecnici del settore Attività produttive, dai quali è emerso che l’impianto di via Crispi (di fronte al mercato ittico) è abusivo. Al pari di altri cartelloni pubblicitari luminosi collocati in piazza Restivo-viale Piemonte.
Gli agenti della polizia municipale hanno accertato la mancanza dei requisiti per la collocazione dell’impianto in via Crispi in un’area archeologica, come il parere vincolante della Sovrintendenza, e hanno apposto i sigilli. Contestualmente è stata inviata un’informativa alla Procura.
Qualche mese fa vi era già stato un intervento della polizia municipale alla Cala a Palermo per il contrasto all’installazione di cartelloni pubblicitari su aree sottoposte a vincolo monumentale. L’intervento, in quel caso, aveva riguardato il fronte architettonico di un bene monumentale che si trova tra piazza Fonderia e il porticciolo. Dal sopralluogo era emerso che a copertura quasi totale del rudere, c’erano quattro cartelloni pubblicitari che avevano dimensioni tali da nascondere il bene architettonico per anni senza la preventiva autorizzazione del Soprintendente per la valutazione relativa all’aspetto, al decoro e alla pubblica fruizione.
I cartelloni sono stati trasferiti in altro luogo non sottoposto a vincolo e le ditte proprietarie degli impianti sono state segnalate all’autorità giudiziaria per aver deturpato un bene di rilevanza storica e ambientale.
Intanto, su disposizione dell’assessore Leopoldo Piampiano, anche a seguito di alcune segnalazioni, sono stati eseguiti dei controlli congiunti della Polizia municipale e dei tecnici dell’Assessorato per le Attività produttive, per la verifica della regolarità di alcuni impianti pubblicitari luminosi installati o in fase di installazione in alcune strade.
Per quanto riguarda gli impianti di via Crispi, piazza Restivo e viale Piemonte, è emerso che sono abusivi ed è stata pertanto inoltrata la relativa segnalazione all’autorità giudiziaria per i provvedimenti di competenza. L
“Questa vicenda – afferma l’assessore Piampiano – sottolinea ancora una volta la necessità che il Consiglio comunale approvi quanto prima il nuovo regolamento sulla pubblicità, quale strumento e riferimento per tutti gli operatori del settore“.