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Riscaldamenti in Sicilia, quando accendere i termosifoni per combattere il caro-bollette

mercoledì 29 Novembre 2023

Con l’arrivo dell’inverno e le prime avvisaglie di freddo è tempo di abbandonare le maniche corte ed i pantaloni leggeri per fare spazio a sciarpe, maglioni e cappotti pesanti. I freddolosi hanno ormai le ore contate, il gelo è alle porte. Ma quando possiamo accendere i riscaldamenti?

Esistono infatti sei zone climatiche diverse in Italia, denominate dalla lettera A che raggruppa tutte le aree più calde, alla F che invece identifica quelle più fredde. Ogni comune ha quindi delle regole precise e diventa importante capire quando accendere i riscaldamenti e soprattutto per quante ore. Il problema si pone ovviamente per tutti coloro i quali abitano in un condominio, o comunque utilizzano un sistema di riscaldamento centralizzato.

Le zone climatiche, da cosa dipendono?

Anche per quest’anno l’accensione e lo spegnimento degli impianti di riscaldamento dipendono da norme specifiche in materia. In particolare, si deve fare riferimento alla Normativa nazionale, principalmente il DPR n. 412/1993 e la Legge n. 10/1991 (e loro successive modifiche). Grazie a questa direttiva è possibile definire le diverse zone climatiche in base ai Gradi Giorno (ovvero la differenza tra la temperatura giornaliera media e i 20°C che abbiamo in casa, per tutti i giorni del periodo di riscaldamento), e tutte quelle regole generali che sono relative all’esercizio impianti di riscaldamento degli edifici. Ad esse va aggiunto anche il decreto 74/2013, con norme e criteri generali per l’esercizio degli impianti termici di climatizzazione invernale. Saranno infatti poi le varie delibere dell’assemblea condominiale (a maggioranza), a stabilire le ore di accensione dei riscaldamenti all’interno di uno specifico condominio, sempre nel rispetto della normativa nazionale.

Importante sottolineare come eventuali provvedimenti comunali, emanati dai sindaci potranno in condizioni meteorologiche avverse o eventi climatici straordinari, agire di conseguenza prorogando, ove necessario, l’accensione degli impianti anche in periodi diversi da quelli ordinari, nel rispetto del limite della durata giornaliera non superiore alla metà di quella consentita in via ordinaria. Ricordiamo infatti come le basse temperature del mese di aprile 2023, hanno costretto diversi sindaci a posticipare lo spegnimento dei termosifoni di qualche settimana, per venire incontro alle esigenze cittadine.

Palermo, Siracusa, Trapani, Agrigento, Messina, e Catania

Nella zona B (dove rientrono la maggior parte delle province siciliane), in cui la temperatura gradi giorno è tra 600 e 900, comprende le località del Sud Italia che appartengono ad una fascia climatica dal clima piuttosto caldo, dove spesso le temperature sono gradevoli. Appartengono a questa fascia quindi delle province di Reggio Calabria, Crotone, Trapani, Siracusa, Palermo, Messina, Catania e Agrigento, dove i riscaldamenti potranno essere accesi a partire dal 1° dicembre, fino al 31 marzo prossimo, per una durata massima di 8 ore al giorno.

Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle

La zona A, la più calda, comprende soltanto i comuni di Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle, che hanno una temperatura gradi giorno non superiore a 600. Per loro valgono le stesse date di accensione e spegnimento della zona B, ossia 1° dicembre 2020 per l’azionamento e 31 marzo 2021 per l’interruzione, ma con un’unica variante che riguarda il monte ore giornaliero, che in questo caso passerà a sei ore.

Ragusa

La zona C è contraddistinta da un clima più mite rispetto alle precedenti ed include tutte le province con Gradi Giorno tra 901 e 1.400. Il riscaldamento può essere acceso dal 15 novembre al 31 marzo, con una durata massima giornaliera di dieci ore. Tra le principali province che rientrano in questa zona, oltre la provincia siciliana di Ragusa, citiamo: Napoli, Latina, Caserta, Salerno, Bari, Brindisi, Benevento, Catanzaro, Cagliari, Lecce, Cosenza, e Taranto.

Caltanissetta

Ancora diversa è la situazione per i cittadini inclusi nella zona D, costretti ad attendere qualche giono in più per l’accensione dei riscaldamenti. Con una temperatura gradi giorno tra 1400 e 2100, le località coinvolte, oltre quella di Caltanissetta, sono quelle nelle province di Genova, La Spezia, Savona, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Massa Carrara, Siena, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro, Roma, Viterbo, Terni, Avellino, Chieti, Pescara, Foggia, Isernia, Matera, Nuoro, Teramo e Vibo Valentia. In queste località i riscaldamenti potranno essere accesi a partire dal 1° novembre, con spegnimento previsto sempre per il 14 aprile del prossimo anno. La durata giornaliera sarà massimo di 12 ore.

Enna

La zona E comprende diverse località settentrionali e montuose, caratterizzate quindi per natura da un clima prevalentemente più freddo. Il coefficiente di gradi giorno è quindi tra i 2100 e 3000 gradi. Le province che fanno parte di questa zona sono: Alessandria, Asti, Aosta, Biella, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bolzano, Gorizia, Pordenone, Bologna, Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo,Treviso, Trieste, Udine, Verona, Vicenza, Venezia, Arezzo, Perugia, Rieti, Frosinone, L’Aquila, Campobasso, Potenza e per l’appunto Enna. Per gli abitanti di queste località i riscaldamenti verranno accesi il prossimo 15 ottobre e verranno spenti il 14 aprile 2020. La durata giornaliera sarà di 14 ore.

Nessun limite per la zona F

L’unica delle sei zone a non avere un periodo specifico di accensione dei riscaldamenti sono per l’appunto i cittadini della zona F, che comprendono però le sole province di Cuneo, Belluno e Trento. In queste località la temperatura gradi giorno è superiore a tremila gradi, motivo per cui non è prevista nessuna limitazione nell’accensione e nello spegnimento dei riscaldamenti, né tantomeno sui limiti di ore giornaliere in cui far funzionare gli impianti.

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