Dopo aver rinunciato al Festino, i fedeli palermitani hanno dovuto dire addio anche all’Acchianata in onore di Santa Rosalia.
Una tradizione secolare per l’area cristiana del capoluogo siciliano, praticata ed onorata anche nelle notti più buie della storia di questa città. Eppure, ponendo l’accento sull’emergenza coronavirus, il sindaco Leoluca Orlando ha sbarrato la strada e ha dichiarato che l’evento non si poteva svolgere per ragioni di sicurezza.
Due le motivazioni poste dal primo cittadino: l’emergenza Covid-19 da un lato e l’inagibilità della salita al Santuario, dichiarata dagli ispettori della Protezione Civile comunale, dopo un sopralluogo effettuato nelle scorse settimane. C’è da dire, però, che la “strada vecchia” si trova in queste condizioni già da diversi anni e l’Acchianata si è svolta comunque, regolarmente.
Ma è soprattutto la questione “assembramenti” a saltare agli occhi, anche alla luce del futuro arrivo del Giro d’Italia in città. L’evento potrebbe portare sulle strade del capoluogo decine di migliaia di persone, così come avvenuto nella precedente cronometro a squadre di qualche anno fa.
Senza contare il fatto che sulle spiagge del capoluogo e nelle piazze di diversi eventi enogastronomici all’interno dell’area metropolitana, si registrano numeri importanti di presenze, praticamente pari a quelli del Festino o dell’Acchianata del 3-4 settembre. Per non parlare poi dell’anarchia che ha regnato in questi mesi estivi in certa “movida” della città, creando una situazione di figli e figliastri con quei commercianti che ogni giorno provano onestamente a portare la pagnotta a casa, in mezzo a regole a volte troppo astruse per essere capite fino in fondo.
Una situazione di cui l’Amministrazione era di certo informata, ma a cui ha potuto fare fronte soltanto il tempo, con la scadenza naturale dell’ordinanza comunale che imponeva limiti e chiusure alle attività commerciali. Tutto questo, mentre l’abusivismo e la mancanza di regole marciavano allegramente in alcune zone note, site a poche centinaia di metri da Palazzo delle Aquile.
GELARDA (LEGA): “MANCANZA DI BUONA VOLONTÀ ED ORGANIZZAZIONE
“L’ennesima dimostrazione della mancanza di buona volontà e di capacità organizzativa dell’amministrazione comunale hanno mietuto quest’anno un’altra vittima: la tradizione di Santa Rosalia”.
Così dichiara Igor Gelarda, capogruppo della Lega a Palazzo delle Aquile.
“Il veto all’acchianata per i giorni in cui la chiesa ricorda la Santuzza ne è la dimostrazione. Il divieto nasce da problematiche legate al Covid, con le norme che attualmente vietano le manifestazioni in movimento. Alle quali, secondo ciò che dice il sindaco Orlando, si aggiunge che la strada dell'”acchianata” non è in sicurezza dopo l ultimo alluvione del 15 luglio“.
“La realtà è invece che la strada ha problemi di sicurezza da tempo, derivanti da anni di incuria, dall’assenza di manutenzione e aggravati dall’incendio di cinque anni fa, con migliaia di alberi abbattuti o a rischio caduta su tutta la montagna“.
“Un incendio i cui effetti si vedono ancora disastrosi su tutto il sacro monte – aggiunge Gelarda -. Se soltanto il Sindaco avesse voluto, sarebbe riuscito a trovare una soluzione per permettere ai palermitani di vivere a pieno questo fondamentale momento religioso e di festa su Monte Pellegrino, pur senza l’acchianata ma con qualcosa di alternativo.Magari proprio una messa negli spazi esterni al Santuario, con tanto di navette e distanziamento sociale“.
“Qualcosa di analogo a ciò che è stato organizzato per la manifestazione legata alla festa del sacrificio. Cerimonia che ha visto oltre 1000 musulmani, con le dovute distanze, celebrare al Foro Italico di Palermo il loro momento di fede con l’immancabile presenza del Sindaco. Forse la Santuzza vale meno? Rischiamo così di calpestare una tradizione secolare, espressione di una religiosità e di un amore molto forte“, conclude l’esponente leghista.
I FEDELI: “È FINITO TUTTO. IL SINDACO DIA RISPOSTE”
Tanti i fedeli che sono rimasti delusi dalla decisione del primo cittadino.
Fra questi Giuseppe Scavone, confratello della Chiesa della Madre Sant’Anna che, come tanti altri, onora ogni anno la tradizione secolare della città.
“E’ finito tutto. L’Acchianata è una tradizione, è la rappresentazione della fede nei confronti della Santuzza. Capisco l’emergenza coronavirus, ci mancherebbe altro, ma vogliamo parlare dell’inagibilità della salita al Santuaro? Ma quelli che gestiscono la Riserva Naturale cosa hanno fatto? Il Comune cosa ha fatto? Ce lo dovrebbe dire il sindaco Orlando, anche se dubito abbia risposte convincenti“.
“Molta gente ha fatto una promessa a Santa Rosalia, un voto di salire a Monte Pellegrino legato ai propri affetti. Si sarebbero potete trovare mille soluzione alternative, alla mera messa in streaming. Si sarebbe magari potuto fare un evento con presenze contingentate al Foro Italico, così come fatto in occasione del Ramadan musulmano. Purtroppo è andata così“.
In tutto questo marasma, gran parte del panorama politico sembra essere assente ingiustificato su un tema che riguarda non solo Palermo in quanto comunità religiosa, ma anche come entità economica.
Il Festino e l’Acchianata al Santuario rappresentano infatti volani economici importanti per la città (B&B, servizi navetta di Amat, ristorazione e tanto altro ancora), che quest’anno, nel momento più difficile per il tessuto economico cittadino, sarebbero serviti come il pane. Ma tutto questo è stato considerato? E’ stata fatta un’analisi dell’impatto di una simile scelta tranchant sugli equilibri della città?
A queste e a molte altre domande i palermitani si aspettano una risposta. Intanto, quello a cui i cittadini possono limitarsi è la preghiera. La fede, quella vera, è immutabile. Nulla la può scuotere, nulla la può fare vacillare, in quanto è nei cuori di ogni vero fedele.
Viva Palermo e Santa Rosalia.