“La commissione ha applicato in maniera letterale quello che è il contenuto del bando. Se era scritto così la commissione non avrebbe potuto fare altrimenti“. Queste le parole dell’assessore alla Funzione pubblica Andrea Messina.
Non sembrano essersi chiuse le polemiche in merito al concorso per i centri per l’impiego e alla presunta disparità nell’attribuzione del punteggio, tra chi possiede la laurea triennale e specialistica e chi ha una laurea magistrale o del vecchio ordinamento. In un precedente articolo a sollevare la questione un diretto interessato che si era visto attribuire, a detta sua, un punto in meno. Adesso sulla vicenda abbiamo voluto sentire il parere dell’assessore Messina.
“Si tratta – dice Messina – di una norma fatta dal vecchio governo e anche i bandi li hanno redatti loro. Non mi interessa esprimere giudizi. Su questa vicenda già ci sono stati diversi giudizi in corso che non hanno ottenuto nessuna sospensione da parte del Tar. A mio avviso qualche dubbio sulle ragioni di coloro i quali hanno fatto ricorso c’è, altrimenti la procedura sarebbe stata già sospesa”, sottolinea.
Sulle intenzioni della Regione circa la vicenda, dichiara: “Stiamo procedendo con la pubblicazione delle graduatorie secondo le risultanze attuali e con tutte le attribuzioni che ha determinato la commissione giudicante. Se dal giudizio verrà fuori che con questo punto in più, il candidato si sarebbe potuto classificare in maniera utile alla graduatoria, ovvero nelle posizioni che gli avrebbero garantito una assunzione allora, verranno presi provvedimenti. Mi dicono che sono in tanti ad aver partecipato a più concorsi, anche a quello riservato ai soli laureati dove i posti a disposizione erano maggiori rispetto al numero degli idonei. Altri, invece, malgrado il ricorso, sono in posizione molto lontana. Ciò significa che un singolo punto servirebbe a loro ben poco. Tengo a ribadire che tra tutti questi che hanno presentato ricorso, nessuno ha avuto accolta la propria istanza. Ciò significa che probabilmente questo danno così irreparabile non c’è, e non c’era una illegittimità così chiara e manifesta.
Potrei essere d’accordo con il principio generale secondo cui chi ha una laurea quinquennale o una laurea 3+2 doveva essere valutata allo stesso modo. Questo però è un mio modesto giudizio. Ciò non toglie che la commissione doveva attenersi a quanto scritto nel bando. Però attenzione. Se chi ha scritto queste regole voleva attribuire un punteggio maggiore a chi aveva una laurea da 3+2? Non escludiamo a priori il fatto che tutto ciò fosse già nelle intenzioni di chi ha scritto il bando”, conclude l’assessore.
Proprio in questi giorni i vincitori del concorso sono chiamati ad indicare la preferenza della sede e successivamente si dovrà procedere alla regolamentazione dei contratti. Di sicuro, se un giudice dovesse revocare in un secondo momento un posto di lavoro precedentemente assegnato, la vicenda senz’altro non finirebbe qui.