Se su Matilde Siracusano le perplessità erano di Luigi Genovese (sia pure smussate con un comunicato stampa del deputato regionale), a tirare il freno a mano sul nome di Maurizio Croce è la Lega.
LO STOP A MAURIZIO CROCE
Un no netto all’ipotesi Maurizio Croce non sulla persona (stimato professionista) ma sulla figura “basta tecnici” e sul perimetro “non è un esponente di partito”. Paradossalmente anche sul fronte centrosinistra si è scatenato uno scontro con analoghe motivazioni per il nome di Mimmo Sorrenti, presidente del Birrificio Messina lanciato dalla parlamentare a 5stelle Angela Raffa. Anche in questo caso il no è su perimetro e ruolo.
Tornando al centrodestra,, a mettere il veto su Maurizio Croce è il coordinatore cittadino della Lega Nino Beninati (ex assessore regionale ed ex deputato Ars) che invita gli alleati ad un incontro urgente alla presenza dei responsabili regionali, responsabili locali ed alla deputazione regionale e nazionale. Del resto Cateno De Luca è in campagna elettorale per Federico Basile da un mese e va avanti e indietro per villaggi e periferie acquisendo candidati per le 5 liste.
AVVISO AI NAVIGANTI
Nino Beninati non cita chi ha la paternità del nome di Maurizio Croce (dirigente Bonifiche della Regione Siciliana, Commissario attuatore per il dissesto idrogeologico, ) facendo riferimento ad un responsabile regionale del centro destra. Ma i destinatari del messaggio sono almeno due: il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e Beppe Picciolo che portò Maurizio Croce in giunta Crocetta in quota Sicilia Futura ma come tecnico. C’è chi sussurra del sì di altri alleati ma in realtà i malumori tra forzisti e Fratelli d’Italia non sono mancati ed a prendere la patata bollente dell’ufficializzare lo stop è stata la Lega.
IL PERIMETRO E’ IL CENTRODESTRA
“Quanto accaduto con un responsabile regionale del Centrodestra che ha ritenuto di indicare un nome a candidato sindaco senza aver prima convocato la coalizione, non aiuta alla compattezza e democratico confronto all’interno della coalizione- spiega Nino Beninati- Riteniamo pertanto di evitare di spendere nomi senza prima organizzare un incontro del centrodestra da tenersi a Messina. Per quanto ci riguarda il candidato a sindaco dovrà determinarsi dal perimetro del CDX e solo successivamente valutare l’allargamento con altri partiti o suoi rappresentanti”.
NO A NOMI IMPOSTI
Il messaggio è molto chiaro: nessuno pensi d’imporre nomi senza consultare gli altri ma soprattutto il perimetro è quello della coalizione di centrodestra. La Lega a Messina in sintesi non vuol essere una “comparsa” ma avere un ruolo centrale nelle decisioni che porteranno all’individuazione del candidato sindaco e del programma alternativo a quello di De Luca.
SERVE UN PROGRAMMA
“Stiamo lavorando per preparare la lista e le nostre proposte politiche che riguardano cose concrete e fattibili, senza tram volanti, casinò, mortificazione dei dipendenti comunali, azzeramento e mortificazione del ruolo dei quartieri ed altro. Vogliamo riportare ad almeno 8 i quartieri circoscrizionali, dotandoli di una risorse economiche per la gestione delle piccole manutenzioni ed emergenze. E’ opportuno inoltre rivalutare con una approfondita analisi costi-benefici, l’attuale tracciato del tram, in particolare lungo la cortina del porto, oggi sbarramento ed ostacolo da e per il porto”.
URGENTE UNA RIUNIONE
Insomma le idee ci sono, sbotta Beninati, dobbiamo iniziare a trottare se vogliamo dire la nostra in una campagna elettorale fin qui con un solo protagonista. Basta attese e rinviii è tempo di muoversi e la Lega sta già costruendo la lista dei candidati al consiglio comunale e nelle Municipalità. Al lavoro insieme a Nino Beninati ci sono i deputati Antonio Catalfamo (Ars), Nino Germanà (Camera), Dino Bramanti (consigliere comunale) Daniela Bruno e numerosi ex amministratori di Messina.
La riunione dovrebbe essere domani e sarebbe la prima a tenersi a Messina, là dove a fine maggio ci saranno le elezioni (e non è un dettaglio) e la prima a vedere faccia a faccia tra i responsabili dei partiti alleati a prescindere dai tempi dei vertici romani tra i big Lega, Fratelli d’Italia e F.I.