Si riaccendono i riflettori sugli svincoli incompiuti di Brancaccio. Dopo oltre vent’anni, la città è ancora in attesa di queste importanti bretelle autostradali al confine tra l’A19 Palermo-Catania e l’aerea industriale Sud di Palermo. Siamo a due passi dal centro commerciale “Forum”, dove due anni fa è stata attivata la nuova fermata “Roccella” del passante ferroviario e il capolinea della Linea 1 del tram.
L’incompiuta-simbolo di Palermo, immortalata spesso anche dalle telecamere di Striscia La Notizia, torna nel mirino dell’Amministrazione comunale: “Tra una settimana ci sarà una riunione interna e stavolta sarà quella definitiva”. Questa è l’unica frase che si lasciano scappare da Palazzo delle Aquile; tutti infatti hanno le bocche cucite, visto il pesante contenzioso con la “Multi Veste Italy 4 srl” la società che ha realizzato il Forum. In ballo c’è una richiesta risarcitoria da 4,6 milioni di euro.
IL CONTENZIOSO. La battaglia legale nasce con l’appalto del tram, quando il Comune espropriò al centro commerciale un pezzo di terreno per far costruire alla Sis il deposito Roccella. Per l’esproprio, l’Amministrazione versò alla “Multi” quasi 2,5 milioni di euro, ritenuti però insufficienti dalla stessa, tanto da ricorrere in Tribunale. Le perizie legali hanno stabilito che il valore dell’esproprio fu sottostimato e il Comune avrebbe dovuto versare altri 4,6 milioni di euro. I legali di piazza Pretoria nel 2014 puntavano invece a versarne la metà.
LA NOVITÀ. A distanza di quasi 4 anni dal via al contenzioso, la novità che trapela oggi è che c’è la volontà di chiudere la partita una volta per tutte. “L’obiettivo è trovare finalmente un accordo. La situazione – sussurrano a taccuini chiusi dal Comune – è delicata. Da questa transazione dipende il futuro dell’area industriale di Roccella. E di conseguenza anche quello degli svincoli di Brancaccio, il cui interesse pubblico oggi è importante”.
LA CONVENZIONE. La Multi nel 2014 ha ottenuto dal Consiglio Comunale il rinnovo della convenzione (stipulata per l’apertura del Forum), per la realizzazione di alcune opere di urbanizzazione a scomputo. Tra queste, un 1° lotto da 7,7 milioni: una nuova strada tangente al Forum (bretella di collegamento tra via Acrone e via Salvatore Corleone); la condotta fognaria di via Laudicina; l’ampliamento del parcheggio del Leroy Merlin. Tutte realizzate. Il 2° lotto da 3,2 milioni: il prolungamento della via Pecoraino, l’allargamento di via Funnuta; due nuovi sovrappassi pedonali (già realizzati); e il rifacimento dei verdi storici in corrispondenza di Baglio Villa (8.116 mq) e il recupero dell’agrumeto di Baglio Sant’Anna (6.966 mq).
I COSTI. Prima del rinnovo della convenzione del 2014 si vociferava di una proposta interessante: rinunciare ad alcune di queste opere e inserire in cambio i due svincoli lato “mare”. Non si tratta semplicemente di asfaltarli ma occorre il rilancio delle acque che sedimentano sotto l’autostrada, spostandole al di là della fermata “Roccella” del passante ferroviario. Sotto l’A19, infatti, c’è un canale di acque piovane che sedimenta sotto l’asfalto. Il terreno, prima adibito ad agrumeti, è stato negli anni urbanizzato. Per questi svincoli lato mare (Nord) – quasi pronti e visibili dall’autostrada – servono solo 1,89 milioni e 5 mesi di lavori; mentre per gli altri due, lato monte (Sud) servono 3,6 milioni e 9 mesi di lavori. Per una spesa totale di circa 5,5 milioni di euro.
LA PROPOSTA. L’opzione, tuttavia, allora fu inspiegabilmente scartata e non inserita nel rinnovo della convenzione del 2014. Oggi però quella ipotesi ritorna concretamente sul tavolo. Pare sia stata la stessa Multi Veste Italy a proporre una rivisitazione della convenzione: sono pronti a ultimare a loro spese gli svincoli lato mare al posto di alcune opere di urbanizzazione. Le bretelle di Brancaccio del resto “fanno gola” alla società perché agevolerebbero l’ingresso diretto di palermitani e turisti verso il centro commerciale, riducendo drasticamente il traffico.
È probabile a questo punto che il Comune accetti questa proposta, chiudendo anche la querelle giudiziaria sugli espropri.
LA STORIA. Ma non è l’unico nodo da sciogliere. Gli svincoli di Brancaccio hanno una storia davvero travagliata, un’odissea senza fine. L’opera, appaltata nel lontano 2002 alla ditta messinese “Demoter” si bloccò per ritardi nei cantieri e «presunte infiltrazioni mafiose» (rilevate dalla Prefettura di Messina). Dopo anni battaglie giudiziarie però si scoprì che l’informativa antimafia era priva di fondamento. Quindi al danno è seguita la beffa: l’impresa messinese, poi fallita e in amministrazione giudiziaria, ha chiesto il risarcimento dei danni al Comune di Palermo. La causa è ancora in corso.
«Questo appalto – dichiarava nel 2013 l’ingegnere Antonio Cangemi, progettista dell’opera – è stato davvero sfortunato: l’ha iniziato mio padre negli anni ‘80 e ora lo sto portando avanti io. È la dimostrazione che non basta una generazione per finire un’opera pubblica». Lo stesso destino dell’assessore alle Infrastrutture dell’epoca, Tullio Giuffrè: il Rup (responsabile unico del procedimento) di questo appalto era infatti il padre Orazio. Nessuno di loro è riuscito a vedere ultimata l’opera.
Nel frattempo, in un cassetto impolverato della Regione ci sono ancora 2,7 milioni di copertura residua dell’appalto, che il Comune dovrà chiedere e recuperare. Una commissione recentemente ha collaudato le porzioni di bretella già realizzate e conteggiato l’ammontare delle somme che la Demoter ancora avanza (intorno ai 200mila euro). Resterebbero quindi circa 2 milioni e mezzo a disposizione del Comune per progettare gli svincoli lato “monte”.
In attesa dell’accordo con la Multi, l’odissea continua…