Un social-G7 senza contenuti quello che si è chiuso ieri a Taormina. Un vertice giocato sulle apparenze, sul divertissement dei partecipanti, impalpabile invece dal punto di vista delle convergenze e dell’impegno dei leader nel trovare una soluzione ai grandi problemi del pianeta.
In prima linea e in continua posa gli abiti delle first lady, il loro volo in elicottero, lo shopping, i vari menù, gli aperitivi e le merende offerti da un’ impeccabile ospitalità italiana e consumati su terrazzi dai panorami mozzafiato. E gli scivoloni di Trump, arrivato più volte in ritardo alle sessioni di lavoro e protagonista di digressioni al protocollo e al bon ton, nel perfetto stile che lo ha portato alla presidenza Usa. Tutto questo ha fatto il giro del mondo svolazzando via Twitter e sugli altri social.
Ma così come i social coltivano relazioni apparenti e inebetiscono quelle umane, questo G7 ha mostrato al mondo la sua fotogenicità, mentre ha generato frustrazione, malessere e deluso tutte le aspettative sugli accordi, primo tra tutti quello sul clima che resta la grande incompiuta. (A proposito come si può pensare di affrontare argomenti come il mutamento climatico senza la partecipazione della Cina, che da sola mette in circolazione oltre un quarto delle emissioni nocive sul pianeta?).
Tra un brindisi e una foto di famiglia poco il tempo per lavorare. Scarsi infatti anche gli altri risultati: mentre l’ Italia ha incassato la sessione africana con la partecipazione dei leader di Tunisia, Etiopia, Kenya, Niger e Nigeria, non sono stati però programmati nuovi aiuti per le carestie in Somalia, Sud Sudan e Yemen. Delusi anche gli sherpa dei potenti che sono riusciti a malapena a racimolare 6 pagine di conclusioni contro le 40 circa dei vertici passati.
E i leader delle organizzazioni umanitarie, come ONE, con la portavoce Friederike Roder che ha parlato di “nuovo record negativo per il G7 dove le aspettative erano già minime”. Questo rende ancora più imbarazzante la constatazione che non è dai vari album fotografici postati su Facebook che si selezionano le capacità dei grandi leader del mondo (di cui 4 al loro primo vertice mondiale ) di mettere insieme idee e progetti per affrontare emergenze come la nutrizione, la sicurezza alimentare, gli scambi commerciali e il clima.
Tante, troppe le occasioni perdute, culminate ieri sera in un corteo che doveva essere pacifico ed è poi degenerato in lanci di lacrimogeni ed episodi di violenza, quella violenza applicata che reagisce a volte alla violenza dell’ indifferenza.
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