E’ botta e risposta tra l’Associazione Albergatori Taormina (CLICCA QUI) e l’Amministrazione comunale sulla proposta lanciata dagli operatori dell’ospitalità per un abbattimento della pressione fiscale sulla Tari attraverso una quota del “tesoretto” che introita il Comune dall’imposta di soggiorno. Sulla richiesta avanzata dal presidente di AAT, Gerardo Schuler, arriva una presa di posizione dell’esecutivo del sindaco Cateno De Luca.
“Vogliamo rassicurare l’Associazione Albergatori di Taormina – spiega l’assessore al Turismo, Jonathan Sferra – che questa Amministrazione ha mostrato molta attenzione rispetto al tema dei tributi ingaggiando una vera e propria lotta all’evasione che ha dato i suoi frutti. Gli introiti in tema di rifiuti sono aumentati dell’800%. Ci saremmo aspettati dal presidente Schuler l’appello alla categoria che rappresenta ad iniziare a regolarizzare la propria posizione nei confronti dell’Ente piuttosto che lamentare un costo che tra l’altro non dipende da questa Amministrazione”. “L’attuale pressione fiscale – prosegue Sferra – non è altro che una conseguenza diretta della dichiarazione di dissesto, un’eredità che abbiamo ricevuto e che stiamo affrontando con impegno. La legge impone al Comune di mantenere alte le tasse durante il dissesto, ma grazie al Salva Taormina dell’Amministrazione De Luca questa condizione sarà superata prima del previsto, già a partire dal 1 gennaio 2026. Prima di concentrarci sull’abbassamento della Tari, dobbiamo garantire che tutti la paghino, incluse le strutture alberghiere. Stiamo lavorando su questo fronte per assicurarci che tutti contribuiscano in modo equo”.
Il dissesto dichiarato dal Comune di Taormina nel luglio 2021 dovrebbe chiudersi alle porte dell’estate, anche se non si esclude che possa esserci un rinvio tecnico di qualche mese. La chiusura della fase di dissesto dell’ente locale dovrebbe portare ad un abbattimento della pressione fiscale, che di fatto a Taormina è già diventata pesante da diversi anni, sin da prima ancora che venisse dichiarato il default dal Consiglio comunale tre anni fa. Nell’ultimo decennio c’erano stati, infatti, diversi tentativi di non far finire la casa municipale in dissesto, anche attraverso dei piani di riequilibrio e così il carico di tributi sui residenti e sulle imprese è salito in termini progressivi e significativi. Poi si è arrivati al punto di non ritorno con la presa d’atto delle valutazioni della Corte dei Conti e la decisione da parte dell’ex Amministrazione di dichiarare il dissesto. Il dibattito tra gli operatori dell’industria dell’ospitalità e l’Amministrazione riapre anche il fronte riguardante il maxi-buco che si è accumulato nelle casse di Palazzo dei Giurati sul fronte della mancata riscossione dei tributi e che ha rappresentato – unitamente alla vicenda del lodo Impregilo (sul quale c’è stato nei mesi scorsi una transazione da 23 milioni e mezzo di euro) uno dei fattori scatenanti per il dissesto al Comune di Taormina.
Per come previsto nel comma 493 del primo articolo della legge di bilancio per il 2024 ai comuni che hanno introdotto l’imposta di soggiorno (nel caso di Taormina in vigore dal 1 gennaio 2013) è stato concesso l’utilizzo di parte degli introiti dell’imposta stessa di soggiorno per garantire sconti Tari a cittadini e aziende produttive. “Ed è quello che abbiamo proposto noi albergatori – ha detto il presidente degli Albergatori, Schuler – all’assessore al Turismo di Taormina, ovvero un alleggerimento della pressione fiscale Tari per tutti, finanziata con una parte di quel tesoretto dell’Imposta di Soggiorno che nel 2023 è stato di 3,9 milioni di Euro”. “Il Comune di Taormina, per come dichiarato dal sindaco De Luca, sta finalmente per uscire dal dissesto – ha rimarcato il presidente degli Albergatori -, e sta al momento valutando se è possibile accogliere la nostra proposta e se la riduzione dei costi debba essere operata a monte, ovvero con una specifica voce da inserire nel tool di calcolo per la formazione del pef (piano economico finanziario), oppure a valle cioè con un abbattimento successivo del costo come risultante dallo stesso piano”.
La questione della riduzione della pressione fiscale diventa centrale nell’ottica, tra l’altro, della contesa sulle chiusure. Lo scenario è quello che dovrebbe portare a Taormina al tentativo di convincere gli operatori economici (non solo gli alberghi ma anche le attività commerciali) a rimanere aperti nel periodo invernale, attraverso una politica di incentivi incentrata proprio su una riduzione della Tari nei mesi di bassa stagione, nell’arco temporale che va da novembre a marzo.
E’ storia ormai nota che Taormina dopo il 6 gennaio vada puntualmente “in letargo”, con il solito carico di polemiche, per poi risvegliarsi a Pasqua e sul punto bisognerà vedere se si riuscirà a trovare una convergenza di intenti tra tutte le parti, dalla politica alle categorie produttive. Da una parte il Comune spinge per arginare il fenomeno delle chiusure, dall’altro gli operatori economici non hanno gradito il monito arrivato da Palazzo dei Giurati nei mesi scorsi in vista del 2025. Si cerca un’intesa e nel frattempo non mancano le schermaglie.