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Teatro Biondo, Franco Branciaroli interpreta “Medea” nella storica edizione di Ronconi

martedì 20 Febbraio 2018
Medea - Branciaroli

Una Medea donna, uomo, mostro proteiforme, indecifrabile, ambigua, misteriosa, violenta, dolcissima, clamorosa: queste sono le diverse variabili interpretative offerte da Franco Branciaroli, protagonista della storica edizione della “Medea” di Euripide diretta da Luca Ronconi nel 1996.

Lo spettacolo vede oggi il riallestimento di Daniele Salvo e debutta al Teatro Biondo di Palermo venerdì 23 febbraio, ore 21.

Medea

Al fianco di Branciaroli-Medea ci sono Alfonso Veneroso (Giasone), Antonio Zanoletti (Creonte), Tommaso Cardarelli (Pedagogo, Nunzio), Elena Polic Greco (Nutrice), Livio Remuzzi (Egeo), Francesca Mària, Serena Mattace Raso, Odette Piscitelli, Alessandra Salamida, Elisabetta Scarano, Arianna Di Stefano, Matteo Bisegna, Raffaele Bisegna.

La pièce vuole essere un omaggio al grande maestro che fu Ronconi, scomparso nel 2015, da parte di uno degli artisti che ha lavorato con lui più a lungo e in maggiore vicinanza e l’occasione, imperdibile, di rivedere una delle pietre miliari della storia registica ed interpretativa del secondo Novecento.

Se le letture in chiave psicologica di Medea portano a considerare questo personaggio il prototipo dell’eroina combattuta tra il rancore per il proprio uomo e l’amore per i propri figli, e le analisi sociologiche tendono a trasformare la principessa della Colchide in una sorta di precorritrice del movimento femminista, in realtà la protagonista, per Ronconi, è il prototipo del minaccioso impersonato da uno straniero, che approda in una terra che si vanta di avere il primato della civiltà.

La sua non è una tragedia della femminilità, ma della diversità.

Medea si legge nelle note di regia di Ronconi – è una “minaccia”, una “minaccia” che incombe imminente anche sul pubblico”.

Io non interpreto una donna – spiega Branciarolisono nei panni di un uomo che recita una parte femminile, è molto diverso. Medea è un mito: rappresenta la ferocia della forza distruttrice. Lei è una smisurata, dotata di un potere sinistro, che usa la femminilità come maschera, per commettere una serie mostruosa di delitti: non è un caso che la prima a cadere sia una donna, la regina, la nuova sposa di Giasone”.

Le scene originali di Francesco Calcagnini sono riprese da Antonella Conte, i costumi di Jacques Reynaud sono ripresi da Gianluca Sbicca, mentre Cesare Agoni ha riprodotto le luci di Sergio Rossi.

Lo spettacolo è prodotto dal Centro Teatrale Bresciano insieme al Teatro de Gli Incamminati e al Piccolo Teatro di Milano.

Repliche fino al 4 marzo; sul sito del teatro Biondo tutte le informazioni.

 

  • Foto di scena di Umberto Favretto.

 

 

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