Pare che alla fine avesse proprio ragione Salvo Lima quando incontrò Leoluca Orlando e Vito Riggio entrambi freschi di elezione, il primo a sindaco della città, il secondo a capogruppo della DC. Entrambi erano andati a trovarlo nella sua casa di Mondello per ringraziarlo del sostegno che la sua corrente aveva assicurato per la loro elezione. Lima un po’ imbarazzato ma anche lusingato per l’inaspettato omaggio da parte dei rappresentanti della nuova classe dirigente della DC palermitana, alla domanda se avesse qualche consiglio da dare e quale fosse a suo avviso il problema prioritario della città dopo un attimo di riflessione disse: il traffico.
La risposta fece ben presto il giro nella città e suscitò qualche ilarità e sarcastico commento e toccò l’apice del successo grazie a Roberto Benigni che la trasferì nel suo famoso film Johnny Stecchino. A distanza di quarant’anni tuttavia quella risposta conserva una sua attualità e su cui c’è poco da ridere!
Fino a quando i palermitani continueranno a sopportare di trascorrere gran parte della loro giornata e quindi della vita rinchiusi in una automobile ferma, imprigionati negli ingorghi, con i nervi a fior di pelle per la rabbia e l’impotenza? E così nel traffico gli automobilisti consumano salute, energia, buon umore, puntualità.
Non mancano le scene apocalittiche: le ambulanze che non riescono a raggiungere gli ospedali e quando trovano un piccolo varco la corsa forsennata delle auto a seguirla, e poi l’esasperazione da cui nascono inevitabilmente i tamponamenti, e a volte con il contorno di rissa o scambi di improperi. E i cantieri che sorgono come i funghi senza alcun coordinamento tra i diversi rami dell’amministrazione comunale!
E ancora i ragazzi fermi sul marciapiede davanti la scuola in attesa del genitore che venga a prelevarli, il colore delle strisce pedonali che ormai si confonde con il grigio scuro dell’asfalto e dove l’attraversamento del pedone è una scommessa con sé stessi al punto che, come in molti hanno rilevato, Palermo è l’unica città d’Italia in cui il pedone ringrazia l’automobilista perché si è fermato davanti le strisce pedonali.
In tutto questo qualcuno grida al miracolo! Ha visto un vigile urbano ma ben presto deve ricredersi, si è trattato di un miraggio. I vigili a Palermo ormai sono scomparsi come i mohicani ma almeno uno di quelli era rimasto.
E la discontinuità con Leoluca Orlando?
Via Maqueda poteva essere una buona idea farla diventare isola pedonale, invece era ed è rimasta una via per monopattini, biciclette, paninerie, ambulanti di ogni genere, odori di fritto che neanche la migliore scampagnata pasquale alla Favorita può eguagliare.
Sembra confermato lo scempio del Tram in via Libertà. Una strada bellissima , la via principale dei palermitani, che un progetto di incredibile distruzione dell’esistente vorrebbe trasformare in percorso del Tram. Per informazioni chiedete agli abitanti e commercianti di via Leonardo da Vinci che hanno visto scomparire alberi, fatturato e tranquillità.
In tutto questo l’assessorato al traffico mostra tutta la sua impotenza e sembra che abbia proprio gettato la spugna.
L’attuale assessore è un docente universitario molto apprezzato, un urbanista di grande competenza e mostra peraltro un attivismo pieno di iniziative ma su questo terreno sta realizzando un’impresa che sembrava quasi impossibile: fare peggio dell’amministrazione precedente.
Sarebbe tuttavia ingeneroso e fuorviante attribuire all’assessore la responsabilità di questa situazione. Il problema non è di facile soluzione e molte scelte che si renderebbero necessarie non dipendono dall’assessorato al traffico. Le precedenti misure adottate e riconfermate dall’attuale amministrazione, dall’introduzione delle zone a traffico limitato, alle piste ciclabili, alle zone pedonali e perfino l’introduzione del tram non hanno dato i risultati sperati. Probabilmente sono stati tutti provvedimenti tra loro isolati non inseriti in progetto genarle di riordino dei servizi e di sviluppo della città.
Quello che ci si attende dalla nuova amministrazione comunale è una nuova idea di futuro della città a cominciare dalla stesura del nuovo piano regolatore di cui non si sente più parlare, farlo uscire dalle stanze dei tecnici e promuovere una grande discussione pubblica coinvolgendo le forze sociali, della cultura, del lavoro e dell’impresa.
La palla deve ritornare quindi nelle mani della politica, e in primo luogo del sindaco Lagalla chiamati a sciogliere quei nodi che favoriscano la crescita e il miglioramento della vita sociale con ricadute positive sull’economia. I tecnici, le professionalità di cui la città dispone sono chiamati a dare il loro contributo a supporto di questo progetto di riqualificazione senza però alcuna delega che spesso la politica per opportunismo e per deresponsabilizzarsi spesso concede.
Al sindaco Lagalla, a tal proposito, vorrei ricordare un episodio di molti anni fa allor quando un suo predecessore, Giacomo Marchello promosse una conferenza sul traffico, chiamando a raccolta gli esperti del settore, in particolare dell’università, non a caso la relazione introduttiva fu affidata al professore Bruno Jaforte, un’autorità nella materia.
Il professore illustrò una proposta sul traffico e in particolare sulla circolazione dei mezzi dell’Amat che fece arricciare il naso al sindaco che come era nel suo stile ma con il consueto garbo gli fece notare la non applicabilità di quella proposta. Con altrettanto garbo il professore, ma un po’ risentito, replicò sottolineando la sua competenza in materia.
Marchello non si scompose e sempre con garbo rispose: quello che lei dice prof è vero ma si ricordi sempre che ” ‘u mastru è mastru, ma ‘u patruni è capomastro”.