Si allarga il fronte delle proteste a Palermo contro l’ultimo DPCM firmato domenica dal premier Giuseppe Conte.
«Tu ci chiudi, tu ci paghi» – è questo lo slogan che sta accompagnando i vari presidi e cortei in giro per la Sicilia. Il nuovo decreto a firma Conte, infatti, ha imposto la chiusura di tutti i locali alle 18:00.
E proprio quest’ultimi si sono dati un nuovo appuntamento, mercoledì 28 ottobre alle 18:00, ai Quattro Canti (incrocio tra Corso Vittorio Emanuele e Via Maqueda). Da qui gli scioperanti si sposteranno verso Piazza Indipendenza, dove è già stata organizzata una seconda protesta da diverse categorie economiche, fra i quali i centri fitness e benessere, tassisti, giostrai.
IL PASSAPAROLA SUI SOCIAL
Da quando è stata annunciata l’entrata in vigore del nuovo Dpcm, in diverse piazze siciliane è esplosa la rabbia dei lavoratori. Catania, Vittoria, Messina, Siracusa, Pachino, Palermo: queste sono solo alcune delle città in cui, negli scorsi giorni, esercenti, piccoli imprenditori, baristi, ristoratori, titolari dei locali, sono scesi in piazza contro il governo nazionale e regionale.
«La salute prima di tutto. Siamo d’accordo; ma qui se non moriremo di Coronavirus, moriremo di fame. Ci sta bene che si chiuda tutto, se questo serve a contenere la diffusione del virus. Ma prima si approvi una manovra finanziaria che faccia arrivare i soldi immediatamente a chi non potrà più lavorare» – afferma Giovanni Siragusa, giovane palermitano che fino a qualche mese fa lavorava in un bar di famiglia che ha dovuto chiudere battenti definitivamente durante il Lockdown.
Intanto, è proprio il passaparola sui social che sta costituendo l’elemento cardine delle proteste spontanee delle ultime ore. Su Facebook è apparso un gruppo dal nome: “Tu ci chiudi, Tu ci paghi. La Sicilia non molla”. Creato qualche ora fa, il “muro” ha già raggiunto centinaia di iscrizioni. A popolarlo soprattutto esercenti e lavoratori palermitani, che hanno deciso di costruire un vero e proprio fronte comune.
I manifestanti infine si rivolgeranno anche al presidente Musumeci, che nelle ultime ore è apparso in TV e sui giornali, con la volontà di chiedere deroghe al decreto Conte.
IL MANIFESTO