«Il governo Musumeci continuerà a sostenere con forza i lavoratori di Almaviva a rischio licenziamento. Come ribadito all’Ars dal presidente della Regione in persona, la soluzione positiva di questa vertenza è un nostro preciso obiettivo e per ottenerlo ci batteremo in tutte le sedi». Lo afferma Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima.
A proposito della protesta degli operatori della sede di Palermo contro i tagli agli stipendi e al personale annunciati dall’azienda, Aricò aggiunge: «Bene hanno fatto i sindacati a lasciare il tavolo ministeriale al Mise a causa dell’assurda assenza del ministro Luigi Di Maio, il quale evidentemente non ritiene prioritaria la salvaguardia di centinaia di lavoratori a rischio licenziamento».
Durante il suo intervento in aula, Aricò ha sottolineato che «urge l’attivazione di un tavolo ministeriale dedicato esclusivamente ad Almaviva, che in Sicilia conta oltre 5 mila lavoratori, di cui ben 4 mila a tempo indeterminato».
I sindacati, che hanno manifestato con un presidio davanti alla Prefetture, aspettano delle risposte dal Governo: “Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl hanno manifestato oggi in Prefettura per inviare un segnale forte sia a sul territorio che a livello nazionale. Quest’emergenza va affrontato subito con un tavolo ministeriale dedicato al caso di Almaviva Palermo – aggiunge Massimiliano Fiduccia, Slc Cgil Palermo – Il tavolo di oggi al ministero era convocato sui call center. Avevamo chiesto un intervento al ministro Di Maio, che oggi doveva essere presente al tavolo. Il nostro timore è che i tempi diventino troppo lunghi. Ci aspettiamo che il governo intervenga in maniera strutturale e che vengano applicate determinate regole sia su volumi di lavoro, per ora dislocati all’estero, sulle tabelle ministeriali, sul costo del lavoro, sui contratti tra committenza e outsourcing.
Non è possibile che due multinazionali come Tim e Wind 3 malgrado, con contratti in corso con Almaviva, non li rispettano e dichiarano da un momento all’altro di dover tagliare i volumi di traffico garantiti fino al 60 e al 70%. Non possiamo permetterci di perdere questo lavoro, la situazione va affrontata in maniera definitiva. Si deve agire subito, altrimenti nel frattempo a settembre a Palermo ci beccheremo 1.600 licenziamenti. E Palermo non può permettersi questo dramma sociale. Scenderemo in piazza fino a quando non avremo risposte concrete”.