L’abuso dei mezzi di correzione, i maltrattamenti in famiglia e le violenze sessuali di gruppo rappresentano solo alcuni dei gravi reati contro i minori che, secondo il “Rapporto sui minorenni vittime di abuso” pubblicato dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale, sono in significativo aumento nel 2024.
I dati emergono in occasione della Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre, offrendo una panoramica preoccupante che evidenzia la necessità di un intervento immediato da parte delle istituzioni e della società civile.
Il rapporto analizza i dati relativi al biennio 2022-2023 e ai primi sei mesi del 2024, confrontandoli con lo stesso periodo del 2023.
Le statistiche rivelano che le vittime sono prevalentemente bambine e ragazzine minori di 14 anni, mentre gli autori delle violenze sono in maggioranza uomini italiani di età compresa tra i 35 e i 64 anni, pari al 60%.
Il dossier della Direzione Centrale della Polizia Criminale analizza un insieme di reati specifici, tra cui l’abbandono di persone minori o incapaci, l’abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, l’adescamento di under 18, gli atti sessuali con minorenni, i maltrattamenti contro familiari e conviventi, la pornografia minorile, la sottrazione di persone incapaci, la violazione degli obblighi di assistenza familiare e le varie fattispecie relative alla violenza sessuale.
I DATI
I reati più diffusi
Nel 2024 il dossier indica c’è stato anche un incremento della diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite mentre aumentano inoltre i casi di adescamento online (+4%).
Il dato più allarmante è rappresentato dall’incremento dell’83% nel numero di vittime di pornografia minorile. Nel primo semestre del 2024, i delitti commessi ai danni di minori hanno raggiunto quota 20.502, segnando un aumento del 10% rispetto ai 18.721 dello stesso periodo del 2023.
Tra i reati con maggiore crescita figurano: l’abuso dei mezzi di correzione o di disciplina (22%), i maltrattamenti contro familiari e conviventi (15%), la sottrazione di persone incapaci (15%) e la violenza sessuale di gruppo (14%).
Chi sono gli autori?
Secondo il dossier, l’80% degli autori di questi reati è costituito da uomini. Di questi, il 60% rientra nella fascia d’età tra i 35 e i 64 anni, mentre le percentuali calano drasticamente per le altre fasce: 18% tra i 25 e i 34 anni, 13% tra i 18 e i 24 anni, 5% tra i 14 e i 17 anni, e 4% per gli over 65.
La nazionalità prevalente è italiana (63%), mentre tra gli stranieri le nazionalità più frequenti sono romena (12%), marocchina (11%) e albanese (5%).
Tuttavia, per quanto riguarda le violenze sessuali di gruppo, gli autori giovani sono predominanti: il 42% ha tra i 14 e i 17 anni, mentre il 56% si colloca nella fascia tra i 18 e i 24 anni.
Riguardo alle violenze online, il servizio di Polizia postale e per la sicurezza cibernetica evidenzia un calo dell’11% dei reati di sextortion, con meno vittime nella fascia di età compresa tra i 10 e i 13 anni (-50%). Aumentano invece i casi di adescamento online (4%) e cyberbullismo (7%).
Cresce la violenza online
Anche il mondo digitale presenta rischi crescenti per i minori. Sebbene i reati di “sextortion” siano diminuiti dell’11% (con un calo del 50% tra i minori di 10-13 anni), i casi di adescamento online sono aumentati del 4% e quelli di cyberbullismo del 7%.
La Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica sottolinea nel rapporto l’importanza di intensificare la prevenzione e l’educazione digitale.
Un allarme sociale confermato anche dal report “InDifesa 2024”
I dati del “Rapporto sui minorenni vittime di abuso” si collegano a quelli presentati l’11 ottobre 2024 da Terre des Hommes, in occasione della Giornata internazionale delle giovani ragazze.
Nel dossier “InDifesa 2024”, veniva già denunciato un incremento dei reati contro i minori in Italia: quasi 7.000 nel 2023, ovvero 19 al giorno, con un aumento del 34% nell’arco di dieci anni e dell’89% rispetto al 2006.
In particolare, nel 2023 sono stati segnalati 6.952 reati a danno di minori, con i maltrattamenti in famiglia a guidare la crescita (2.843 casi, più che raddoppiati dal 2013).
Il 61% delle vittime era costituito da bambine e ragazze.
I crimini sessuali mostrano un drammatico divario di genere: violenza sessuale e violenza sessuale aggravata, avevano rispettivamente 89 e 85 per cento di vittime femminili, atti sessuali con minorenni (il 79% di vittime femmina), detenzione di materiale pornografico e corruzione di minorenne (entrambi con il 78% di vittime di genere femminile), fino alla prostituzione e pornografia minorile (in entrambi le vittime sono al 64% bambine o ragazze).
Mentre in in maggioranza le vittime maschili riguardavano crimini come l’omicidio volontario (67%) e l’abbandono di persone minori o incapaci (61%), l’abuso dei mezzi di corruzione o di disciplina (59%) e la sottrazione di persone incapaci (55%).
Le vittime erano pressoché in parità di genere nei reati di violazione degli obblighi di assistenza familiare (entrambi i generi al 50%) e di maltrattamenti in famiglia o verso i fanciulli (vittime femminili 51%).
Perchè questo aumento dei casi?
La violenza sui minori è un fenomeno trasversale che attraversa tutte le fasce sociali, ma presenta differenze significative in termini di fattori di rischio e capacità di risposta territoriale. Ad esempio, il Sud Italia, con regioni come Campania e Sicilia, registra il più alto livello di criticità, sia per quanto riguarda i fattori di rischio (isolamento sociale, povertà, gravidanze precoci) sia per la mancanza di servizi adeguati a tutela dell’infanzia.
In contrasto, regioni come Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige offrono modelli di prevenzione e cura più strutturati e replicabili.
Un altro elemento chiave è il peso del linguaggio e dell’abuso emotivo, spesso sottovalutato ma con effetti psicologici devastanti sui bambini. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la violenza verbale rappresenta la forma più diffusa di abuso, con conseguenze che possono perdurare per tutta la vita, come problemi di autostima e comportamenti imitativi violenti.
Il periodo post-pandemico ha inoltre esacerbato molti fattori di stress per le famiglie, tra cui l’incertezza economica e l’aumento del costo della vita.
Questi elementi contribuiscono a creare un contesto favorevole alla violenza domestica, con un impatto sproporzionato su minori e adolescenti.
Le proposte: “Tutelare i minori significa tutelare il nostro presente e il nostro futuro”.
Il rapporto sui minori vittime di abuso non è solo una fotografia della situazione attuale, ma anche un campanello d’allarme per la società. È evidente che arginare questo fenomeno richiede un impegno collettivo da parte delle istituzioni, delle forze dell’ordine, delle scuole e delle famiglie.
Il Ministero dell’Interno sottolinea l’importanza di un approccio culturale per affrontare la violenza contro i minori. Un’educazione sociale più consapevole, combinata a politiche di prevenzione e contrasto, è fondamentale per proteggere i soggetti più vulnerabili.
Tra le proposte avanzate figurano:
-Rafforzare i programmi di educazione nelle scuole, con focus su consapevolezza digitale e contrasto al cyberbullismo. Promuovendo campagne di sensibilizzazione per coinvolgere la comunità nella lotta contro gli abusi.
-Potenziare i servizi di assistenza e protezione per le vittime, offrendo supporto psicologico e legale. Favorendo il rafforzamento dei servizi territoriali con investimenti nelle regioni più critiche e Implementando politiche che riducano il divario tra Nord e Sud Italia, investendo in servizi di prevenzione e assistenza.
-Uso delle nuove tecnologie come l’Intelligenza Artificiale per il monitoraggio online utilizzando sistemi basati su IA per rilevare contenuti pedopornografici, adescamenti online e altre forme di cyber-violenza. Le piattaforme digitali potrebbero integrare algoritmi per il riconoscimento di comportamenti sospetti, collaborando con le forze dell’ordine per segnalazioni immediate.
–Il supporto psicologico digitale con la creazione di app e chatbot basati sull’IA per fornire supporto immediato ai minori vittime di abusi, garantendo anonimato e accesso rapido a risorse utili.
-Intensificare la formazione delle forze di polizia per affrontare le nuove minacce su internet, specialmente quelle legate alla criminalità online. Ampliare i programmi di formazione per gli insegnanti e il personale scolastico per identificare e segnalare tempestivamente i segnali di abuso.
– Interventi legislativi con norme più severe, aumentando le pene per i crimini contro i minori e migliorare le leggi sulla protezione online, con procedure più snelle, facilitando le segnalazioni da parte di operatori e cittadini, riducendo i tempi di intervento.
Affrontare il problema della violenza sui minori richiede una strategia multidimensionale che coinvolga istituzioni, tecnologia, educazione e comunità. La combinazione di un approccio culturale e tecnologico può rappresentare un passo cruciale per garantire che ogni bambino abbia un ambiente sicuro in cui crescere.
Inoltre, è fondamentale garantire che i responsabili di questi reati siano perseguiti con determinazione, per inviare un messaggio forte di tutela dei diritti dei minori.
Come sottolinea il rapporto, “tutelare i minori significa tutelare il nostro presente e il nostro futuro”.