In campagna elettorale, si sa, è facile fare delle promesse. Più difficile invece è mantenerle. Specialmente quando si parla di opere pubbliche, appalti, e imprese con gravi ritardi sul cronoprogramma, occorre camminare “coi piedi di piombo” senza lasciarsi andare troppo con la fantasia.
Appena venti giorni fa il sindaco Leoluca Orlando ed il vicesindaco ed assessore alle Infrastrutture, Emilio Arcuri annunciavano:«Entro la fine di luglio la restituzione di tutta la via Emerico Amari fino a via Francesco Crispi», nell’ambito dei lavori di chiusura dell’Anello ferroviario.
Una previsione che fin da subito avevamo definito forse un po’ azzardata, visto l’andamento lento del cantiere affidato alla catanese Tecnis, recentemente “liberata” dal vincolo dell’amministrazione giudiziaria.
E proprio ieri, l’Ufficio Traffico ha dato una ulteriore dimostrazione che quella promessa difficilmente sarà mantenuta: è stata infatti emanata una nuova ordinanza (la n. 741 del 23/05/2017) che proroga il cantiere lungo la cosiddetta “Area 4”, di via Emerico Amari, nel tratto da via Principe di Scordia a via Francesco Crispi, fino al 30 settembre (o fino a conclusione dei lavori, se precedenti a tale data).
Oggi il cantiere si fermerà ancora, con un sit-in di protesta degli operai della Tecnis in Prefettura. All’incontro i sindacati di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil chiederanno garanzie per ottenere gli stipendi arretrati per le maestranze. Domani invece sarà la volta dello sciopero nazionale del settore edile. Insomma i tempi si allungheranno ancora.
E pensare che i lavori, consegnati il 21 luglio 2014, sarebbero dovuti durare 1.095 giorni. Oggi siamo al giorno numero 1.038. Dovremmo essere teoricamente al 95%, invece i lavori sono appena al 15%. Una vergogna a cui, in verità, il Comune può solo assistere come mero spettatore, in quanto la stazione appaltante è Rfi.
Dal canto suo Orlando ha ammesso di aver chiesto più volte alle Ferrovie la rescissione contrattuale: «Il Comune ha chiesto 5 o 6 volte a Rfi di rescindere il contratto (alla Tecnis, ndr). Ma alla fine posso dire – ammette Orlando – che è stato un bene che il contratto non sia stato rescisso, altrimenti i lavori si sarebbero fermati».
Il contratto infatti prevede la concessione totale e contemporanea di tutte le aree di cantiere. Una cosa impossibile da realizzare in quanto avrebbe paralizzato la città; per questo motivo Orlando l’ha definito un “regalo” dell’Amministrazione precedente.
Sul ritardo di quasi 3 anni, quindi ci sarebbero diverse responsabilità. Ma la promessa di liberare via Amari entro fine luglio è stata ribadita nuovamente pochi giorni fa.
Eppure, in questa recente intervista l’assessore uscente alla Mobilità, Giusto Catania, contraddice Orlando, ammettendo di fatto che è impossibile oggi fare delle previsioni: «Per quanto riguarda l’Anello ferroviario procediamo tra stop and go che tuttavia non dipende assolutamente dall’Amministrazione comunale, bensì dalle vicende giudiziarie dell’azienda Tecnis, che sono andate a compromettere il buon andamento dei cantieri. Alcune parti dei lavori sono state completate, e c’è indubbiamente un ritardo rispetto al cronoprogramma (il completamento del cantiere era previsto entro la fine 2018). Purtroppo, non possiamo prevedere una stima di fine lavori in quanto, nonostante il nuovo avvio dei lavori, è l’azienda che deve presentare il nuovo cronoprogramma».