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I carabinieri di Catania hanno fermato i due presunti mandanti di un caso di ‘lupara bianca’ avvenuto il 12 febbraio 2021 nell’ambito di una guerra interna nello spaccio di droga tra esponenti legati al clan Nizza della ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano. Sono Natale Nizza, di 25 anni, e Salvatore Sam Privitera, di 24, accusati di omicidio aggravato dall’avere favorito l’associazione mafiosa.
Privitera e’ stato bloccato nel porto di Venezia mentre era a bordo di una nave da crociera proveniente da Grecia e Croazia. La vittima è Vincenzo Timonieri, di 25 anni, assassinato con tre colpi di pistola alla nuca e al capo da Michael Agatino Sanfilippo, 22 anni, spalleggiato dal fratello Antonino Marco, di 24 anni. I due hanno poi sotterrato il corpo nella sabbia di una zona marinara isolata di contrada Vaccarizzo. A ricostruire dinamica e movente alla Dda di Catania sono stati i due fratelli, che erano passati dal clan dei ‘Cursoti milanesi’ a quello dei ‘Nizza’, che stanno collaborando con la giustizia, facendo ritrovare il corpo della vittima.
Secondo le loro dichiarazioni, riscontrate da indagini dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Catania, Timonieri collaborava con il gruppo ‘Nizza’, che gestisce una grossa e fiorente fetta del mercato dello spaccio di droga nel capoluogo etneo, ma aveva un proprio canale di rifornimento privilegiato a Napoli. Il clan lo guardava con sospetto, temendo che potesse togliere loro ‘zone’ di mercato, e voleva impadronirsi del suo canale di approvvigionamento.
La cosca avrebbe inoltre coinvolto Timonieri in una ‘truffa’ a cosche calabresi con il pagamento di soldi falsi di una partita di droga. Dopo l’omicidio il clan ‘Nizza’ avrebbe simulato vicinanza ai familiari della vittima, che avevano presentato denuncia di scomparsa, tentando di fare ricadere l’accaduto su altri gruppi criminali rivali. In casa di Nizza i carabinieri hanno sequestrato 1,3 kg di marijuana, 140 gr di hashish, 22 cartucce e 29.000 euro in contanti. Il Gip di Catania ha convalidato i fermi della Dda ed emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per gli indagati.