Da ieri, con il via libera del Senato (QUI) il decreto Ponte sullo Stretto è legge. Non si torna indietro. Sarà riattivata la Stretto di Messina e la progettazione ed entro il luglio del 2024 sarà consegnato il progetto definitivo ed aggiornato sui costi. Soddisfazione corale di quanti hanno contribuito al traguardo e di chi, come la Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno per anni è stata in prima linea.
“Dopo 11 anni di fiere battaglie culturali, combattute nel 2013 come avanguardisti, raccogliamo i frutti di un tenace lavoro: ripartiamo dal progetto definitivo del Ponte sullo Stretto approvato nel 2011, grazie ad un governo ed una maggioranza coerente ed affidabile con le promesse fatte agli elettori- si legge nel comunicato di Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno a firma del presidente Fernando Rizzo- ha creduto fortemente che la buona “Politica” non integralista ed assistenzialista, attuasse il nostro sogno di uguaglianza sostanziale e di mobilità, tra i cittadini del sud e quelli del nord”
Rete civica ricorda la battaglia che ha portato anche a salvare l’Autorità Portuale di Messina cancellata da Delrio nel 2016, e sottolinea l’importanza dell’obiettivo raggiunto ieri. Per il presidente Fernando Rizzo è fondamentale ricordare che “Due regioni con 6.8 milioni di abitanti sono state abbandonate per 11 anni dai governi della sinistra e della demagogia, all’emarginazione, all’isolamento, al disastro infastrutturale. Siamo stati definiti “illusi”, “buddaci” e “muccalapuni” ma abbiamo formato culturalmente, giorno dopo giorno, con lo studio e l’approfondimento del progetto definitivo, attraverso le reti social in mancanza di altri mezzi, con convegni, manifestazioni, articoli di giornale, un’intera generazione di messinesi che non hanno accettato rassegnazione, colonialismo, mediocrità e qualunquismo”
Nel frattempo la mancata applicazione della continuità territoriale è costata una sottrazione annua per la Sicilia di 13 miliardi di euro tra perdita del 7% del PIL e maggiori oneri di trasporto per € 6 miliardi. Messina in questi 11 anni si è ridotta a 220.000 abitanti e la Sicilia ne ha perduti 700.000 in 20 anni. Messina e Palermo sono le città Europee con la maggiore fuga di residenti. La Sicilia, prossima a Suez e al centro del Mediterraneo, è la regione con più inoccupati su 234 regioni europee.
Alla luce di questi dati il lavoro dell’associazione continua con l’obiettivo di trasformare il Ponte in un’opera territoriale che dia lavoro a migliaia di imprese e decine di migliaia di cittadini messinesi, reggini, siciliani e calabresi.
“La nostra vera vittoria- concludono- sarà vederli lavorare, poi salire sul Ponte, utilizzare le nuove autostrade, i nuovi svincoli, la nuova metropolitana che collegherà Messina sud all’aeroporto di Reggio Calabria, prendendo un treno ad AV alla stazione di Messina per arrivare a Roma in 3h e mezza, quanto ce ne vogliono oggi per attraversare in 2h lo Stretto e arrivando sino a Lamezia Terme. Un ringraziamento particolare vada ai deputati e senatori messinesi: dalla “nostra” eroina Matilde Siracusano ad Ella Bucalo e a Nino Germanà, ma anche a Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini che con grande ardore hanno intrapreso questa fantastica iniziativa che entro il 2030 consentirà a Sicilia e Calabria di trasformarsi in porta d’ingresso dell’Europa, per passeggeri, turisti e merci. E di farci sentire orgogliosi essere chiamati “messinesi”.