Alla fine, impegno mantenuto. Con un emendamento tecnico presentato dalla commissione Bilancio l’Ars ha bloccato da oggi, fino alla fine della legislatura, l’indicizzazione e il relativo adeguamento delle indennità dei parlamentari.
Toccherà, eventualmente, al prossimo parlamento e a chi lo guiderà in futuro, rideterminare questa volontà e tornare sui propri passi, rispetto al passaggio oggi reso esplicito.
Lo stop arriva dopo le polemiche che avevano segnato l’avvio della legislatura per l’aumento di quasi mille euro lordi al mese, determinato proprio da queste singole voci, avvenuto in occasione dell’approvazione dell’ultima legge di stabilità regionale. All’epoca dei fatti, i fronti si spaccarono tra chi proponeva il nuovo voto che annullasse il precedente e chi invece riteneva che ciò non andasse fatto.
Il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, sin da subito aveva annunciato che alla prima occasione utile il parlamento siciliano avrebbe provveduto e dopo il voto della norma oggi, all’interno del collegato, viene di fatto confermato il proposito iniziale.
Che sia stato alcuni mesi fa un inevitabile passaggio tecnico o meno, “la pancia” dei siciliani aveva gridato, più o meno comprensibilmente allo “scandalo”. Da oggi, grazie alla volontà espressa a Sala d’Ercole è auspicabile che lo scollamento tra i due mondi sia ricomposto o comunque obiettivamente attutito.
Ecco il testo dell’emendamento: