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L'analisi

Crisi climatica: anziani in difficoltà, la Sicilia punta alla prevenzione

mercoledì 15 Maggio 2024
direttore sanitario civico

Cresce del 41% del numero di giorni di caldo estremo portando anche all’incremento di decessi legati al caldo. Il 2023 è stato, difatti l’anno più caldo per l’Organizzazione meteorologica mondiale.

Il dato è stato pubblicato sulla rivista scientifica Lancet Countdown, in cui si evidenzia che è necessaria “un’azione urgente per proteggere la salute dai cambiamenti climatici. Limitare il riscaldamento globale a meno di 1,5°C attraverso una transizione giusta e salutare offrirebbe benefici salvavita per le persone”.

La Sicilia è fortemente esposta all’emergenza caldo e, inoltre, l’Isola sottostà ad un incremento dell’inquinamento atmosferico associato agli incendi che hanno divorato 57 mila ettari di territorio nel 2023.

L’impatto sanitario legato al clima, inoltre, oltre la mortalità dovuta al caldo, riguarda le malattie infettive emergenti e l’insicurezza alimentare e idrica. Ad esser maggiormente a rischio sono gli anziani, i neonati e i bambini, le donne in gravidanza e le persone con malattie croniche.

I dati in Sicilia

Lo scorso anno vi è stato un incremento del 4% del totale degli accessi di Pronto Soccorso per colpo di caldo. Le patologie peggiorate o acutizzate a causa del caldo estremo sono l’8% del totale. Registrando, così, circa 2000 persone che si sono recate quotidianamente al Pronto Soccorso per un colpo di calore e 4600 per un effetto indiretto del caldo su altre patologie.

Le azioni

La Regione Siciliana, per far fronte agli effetti nocivi sulla salute delle ondate di calore punta sulla prevenzione.

In merito alla sicurezza sul lavoro è stato di recente previsto che i lavoratori esposti a rischio termico in Sicilia non potranno svolgere attività dalle ore 12 alle ore 16 nei giorni  più caldi. Il provvedimento e altre nuove indicazioni sono contenute nel testo sullo shock termico. 

“Maggiormente a rischio sono i lavoratori dei settori come: agricoltura, silvicoltura e pesca, costruzioni elettricità, gas e acqua, industrie all’aperto e trasporti”, evidenzia la dottoressa Li Sacchi Lucia, dirigente responsabile del servizio prevenzione secondaria e prevenzione nei luoghi del lavoro dell’ufficio competente dell’Assessorato regionale della Salute.

La Regione Siciliana ha attivo, già da tempo, il Comitato Regionale di Coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro – prosegue –. Questo, in base al D.Lgs. 81/08, ha il compito di  realizzare una programmazione coordinata di interventi, nel rispetto delle indicazioni e dei criteri formulati a livello nazionale, per garantire uniformità degli stessi attraverso il necessario raccordo. Abbiamo inviato, inoltre, anche una circolare dando delle raccomandazioni per la prevenzione delle patologie da calore nei luoghi di lavoro”

In merito alla programmazione ospedaliera

direttore sanitario civico“Il Piano ondata di calore ha una valenza territoriale e non riguarda solo le aziende sanitarie, guardie mediche, distretti, medici e pediatri, ma coinvolge anche la Protezione Civile ed i singoli Comuni – spiega il direttore sanitario dell’Asp Messina Lià Murè. Per i Pronto soccorso vi sono delle raccomandazioni da attivare. In particolare vi è un percorso dedicato con un codice calore. Un percorso assistenziale preferenziale e differenziato, destinato a tutti coloro che manifestano segni e sintomi causati da malesseri e malori legati alle elevate temperature, di gravità ed intensità variabili. Ad essere attenzionati principalmente sono i bambini da 0 a 14 anni, gli over 65 e tutti i pazienti fragili. Il Piano l’Asp di Messina l’ha già definito, su indicazioni dell’Assessorato regionale, per la pubblicazione ed attuazione”.

La situazione nell’Isola non sarà di certo facile nel periodo estivo, specialmente per l’emergenza urgenza, in considerazione che mancano circa 1500 medici, migliaia di altro personale sanitario e la medicina territoriale è carente e le strutture finanziate col Pnrr non riescono a decollare. Si spera che entro il 30 giugno del 2024, siano attivate tutte le 50 Centrali operative territoriali (Cot) per seguire al meglio i pazienti ed agevolare i pronto soccorso. Invece, per l’attivazione delle 156 Case di comunità e dei 43 Ospedali di comunità, si attende il 30 giugno del 2025.

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