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Condanna Appendino, la solidarietà da Siracusa: “I sindaci non possono pagare per i gesti dei criminali”

giovedì 28 Gennaio 2021

Dalla Sicilia arriva una presa di posizione solidale con il sindaco di Torino, Chiara Appendino, condannata ad un anno e mezzo per i fatti avvenuti la sera del 3 giugno 2017 in piazza San Carlo.

Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia ha, infatti, indirizzato un messaggio di sostegno e vicinanza al primo cittadino del capoluogo piemontese. Italia ritiene che la vicenda rappresenti, in sostanza, un vulnus anche per qualsiasi altra realtà in cui potrebbero verificarsi circostanze del genere.

“Forse, al giorno d’oggi, in Italia qualcuno chiederebbe ai sindaci perfino la sfera di cristallo per prevedere e prevenire anche i gesti dei folli – afferma Italia -. Non essendo dotata di tali abilità, la Sindaca di Torino, Chiara Appendino, è stata condannata per i terribili fatti avvenuti a Torino in Piazza San Carlo il 3 Giugno 2017. Rispetto, come sempre, la sentenza e la magistratura, tuttavia ritengo necessario ed urgente un intervento del legislatore perché nessun sindaco e autorità civile debbano più pagare per i gesti sconsiderati di alcuni criminali. Esprimo intanto piena solidarietà a Chiara Appendino, primo cittadino di Torino”.

Francesco Italia, sindaco di Siracusa

La sentenza di primo grado letta ieri nell’aula magna del tribunale di Torino, ha inflitto per la calca che si scatenò in piazza San Carlo a Torino il 3 giugno 2017 Un anno e mezzo a tutti i cinque imputati tra i quali anche Appendino.

Quella sera durante la proiezione sul maxischermo della finale di Champions League Real Madrid-Juventus ci furono 1.690 feriti e due vittime, Erika Pioletti e Marisa Amato. All’origine del caos, quattro ragazzi, già condannati in via definitiva a oltre dieci anni di carcere, che spruzzarono dello spray urticante per rubare degli effetti personali.

Il sindaco di Torino, Chiara Appendino, l’ex questore Angelo Sanna, il dirigente di Turismo Torino cui spettò l’organizzazione dell’evento, Maurizio Montagnese, l’ex capo di gabinetto del Comune, Paolo Giordana, e Enrico Bertoletti, che si occupò di parte della progettazione avevano tutti scelto il rito abbreviato. L’accusa era di disastro, omicidio e lesioni colpose. Sempre per quella serata, altri nove rappresentanti del Comune e delle forze dell’ordine, saranno invece giudicati con rito ordinario.

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