Scenario che si prospetta sempre più a tinte fosche quello che riguarda il futuro di Almaviva a Palermo: i committenti Wind e Tim non hanno dato risposte positive ad azienda e sindacati, questo quanto emerso dal tavolo ministeriale convocato a Roma, alla presenza sottosegretari al Lavoro Steni Di Piazza e allo Sviluppo economico Alessandra Todde, del capo di gabinetto del ministero per il Sud e dell’assessore Giovanna Marano per il Comune di Palermo.
Tra i lavoratori della sede siciliana, adesso, si fa largo la voce che i committenti stiano vagliando la possibilità di rivolgersi all’estero per la fornitura del servizio di call center. In particolare, da Tim non sono pervenuti riscontri precisi, mentre da Wind sono arrivate risposte negative, sia sul fronte delle tariffe che sul fronte dei volumi.
I sindacati hanno anche chiesto al governo un impegno forte per il recupero del credito di 14 milioni di euro che Almaviva vanta verso Alitalia. Il governo ha raccolto l’invito a intervenire a breve sulle committenze, sia per i volumi che per la parte creditoria e, fatti i passaggi istituzionali, convocherà nuovamente le parti al tavolo entro il 6 dicembre, anche se i sindacati auspicano un accelerazione.
A Palermo l’azienda conta un totale di circa 20 mila addetti, con un bacino di 3500 unità con contratto a tempo indeterminato. “Il quadro rappresentato – dicono in una nota congiunta i segretari Maurizio Rosso della Slc Cgil Palermo, Eliana Puma della Fistel Cisl, Giuseppe Tumminia della Uilcom Uil, Aldo Li Vecchi dell’Ugl Tlc – è più drammatico di quello prospettato appena un mese fa in sede ministeriale. Da Tim non sono pervenuti riscontri precisi ma da Wind sono arrivate risposte negative, sia sul fronte delle tariffe che sul fronte dei volumi e tale riscontro potrebbe rendere insostenibile la prosecuzione del rapporto commerciale con questo committente“.