Basta pronunciare il suo nome, Spencer Tunick, è già viene in mente almeno uno dei tanti scatti che il fotografo statunitense, di fama mondiale, ha collezionato in tanti anni di attività.
Accorrono in migliaia, ogni volta, ad un suo richiamo per la realizzazione delle eccezionali installazioni che realizza in contesti naturali o urbani posizionando i volontari, nudi, secondo un criterio specifico.
E si intitola, va da sè, “Nudes“ la prima mostra antologica realizzata sulle opere dell’artista che si inaugura a Palermo il 13 aprile negli spazi ZAC, il padiglione dedicato all’arte contemporanea nei Cantieri Culturali alla Zisa.
Nel formato grande (3 metri per 3) 14 immagini, volutamente così grandi per offrire al visitatore una sensazione di completa immersione negli scatti, e 54 immagini di formato più piccolo.
Dai primi ritratti individuali di “American Zone”, attraverso “Nude adrift” ed i suoi “Early European Projects” sino alle prime riprese sulle masse, “Reaction Zone“, alla grande antropologia collettiva umana e alle mega-azioni di México City.
Dalle azioni inizialmente illegali e spontanee, a quelle a lungo pianificate su invito di istituzioni artistiche, municipalità o per grandi eventi, dalle fotografie in bianco e nero alle vibranti e colorate fotografie di oggi. Completano l’installazione, una serie di video delle produzioni, che ne raccontano la genesi.
Racconta le sue visioni, girando all’interno della mostra Tunick, molto contento di questa prima antologica e con, semplicità, ci racconta di come per uno scatto, una volta, abbia fatto dipingere i volontari con quattro diverse tonalità di blu a simulare le variabili cromatiche del mare.
Curato da Gerald Matt, il progetto è sostenuto dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo e dalla Galleria d’Arte Moderna. L’organizzazione è dell’Accademia degli Offuscati.
Il progetto, in esposizione fino al 2 giugno ad ingresso gratuito, fa parte del cartellone di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.
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