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Allevare e mangiare insetti? Il futuro è dietro l’angolo

mercoledì 7 Giugno 2017
insetti

Pasta ottenuta con farina di cavallette o biscotti realizzati con farina di grilli. Non si tratta di fantascienza, ma di realtà. Prodotti già presenti in molti Paesi del mondo sui quali la scienza e l’industria alimentare stanno muovendo i primi passi in vista della sempre maggiore richiesta di cibo di origine animale prevista nei prossimi decenni. Secondo le stime della Fao la domanda subirà un aumento del 70-80% entro il 2050.

Per questo allevare insetti potrebbe essere un’attività molto redditizia sulla quale pensare di investire nei prossimi anni. Proprio di recente presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Palermo si è tenuto un importante convegno sul tema, nel quale sono stati dibattuti gli aspetti economici e scientifici relativi al consumo di insetti per fini alimentari. A giudicare dalle argomentazioni fornite dagli esperti c’è poco da storcere il naso, sotto tutti i punti di vista.

Cominciamo con quello che colpisce di più i consumatori, ovvero l’appetibilità di piatti realizzati con materie prime che a vederle suscitano disgusto. Probabilmente è soltanto una questione culturale. Sono diverse le popolazioni per le quali mangiare insetti è normale, come per gli europei mangiare carne di vitello o maiale. Di sicuro pochissimi italiani li mangerebbero. Ma se questi prendono la forma di una farina e di conseguenza di un piatto di pasta o di un biscotto, come quelli che vedete in foto, probabilmente molti potrebbero rivedere le proprie posizioni. C’è poi il grande capitolo dei mangimi utilizzati per allevare gli animali che potrebbero essere realizzati con la carne di insetti.

È, quindi, un settore a cui guardare con interesse, anche dal punto di vista imprenditoriale. Per molti è questa la nuova frontiera dell’economia alimentare. Come, ad esempio, per la SpaGrillo, un’azienda fondata da due ragazzi di Viterbo. Nel loro piccolo laboratorio producono pasta di diversi formati derivata da farina di grillo e camola. A breve però la SpaGrillo si trasferirà a Londra, perché la legge italiana vieta la commercializzazione dei prodotti alimentari a base di insetti, mentre è consentita in molti altri Paesi europei.

Quello dell’impresa laziale non è un caso isolato. Caterina Peri, studentessa dell’Università di Palermo, dopo aver svolto una tesi sui costi di produzione della Galleria mellonella, la tarma maggiore della cera, ha deciso di allevare insetti direttamente nella propria cucina di casa. Tutto questo grazie a “The Hive”, una macchina in fase di progettazione in Austria, simile ad una cassettiera, che dà la possibilità di abbattere gli elevati costi della manodopera e di utilizzare, inoltre, gli scarti vegetali del cibo.

Sia la macchina austriaca che i prodotti della SpaGrillo sono stati presentati durante il convegno a Palermo. I secondi sono stati assaggiati da un nutrito gruppo di coraggiosi volontari che ha deciso di sottoporsi ad un panel test di degustazione scientifica. Le farine di insetti hanno costituito l’ingrediente di base per le pietanze preparate da Teresa Armetta, della Gastronomia Armetta. Durante la degustazione sono stati serviti anche dei biscotti dolci, preparati dallo chef  Giovanni La Rosa, realizzati con farine di grano antico siciliano insieme a miscele di farina di insetti. L’esperimento è riuscito. Dai primi riscontri pare che i piatti siano stati graditi. Ai posteri l’ardua sentenza.

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