I sindacati, ad eccezione della Cgil, hanno detto un primo sì al controllo individuale a distanza chiesto da Almaviva nel call center di Palermo. Condizione considerata indispensabile dall’azienda per scongiurare i licenziamenti e aumentare il numero delle commesse. Una misura prevista dallo Statuto dei lavoratori previa intesa con le organizzazioni sindacali, che nella fattispecie hanno chiesto un parere all’Ispettorato regionale del lavoro circa il rispetto della privacy e che comunque alla fine del percorso sottoporranno l’accordo finale a referendum dei lavoratori. I dati raccolti serviranno a valutare la produttività dei dipendenti sulla base di una serie di indici, come ad esempio il tempo medio di conversazione. Il sito siciliano è, infatti, l’ultimo in Italia per produttività.
Per Giuseppe Tumminia, della Uilcom “questa è un’ulteriore tappa raggiunta. Ci riserviamo di esprimere un giudizio compiuto su tutto il percorso solo alla fine e a tal proposito chiameremo i lavorati ad esprimersi”. La trattativa prevede, infatti, diversi punti all’ordine del giorno: la riqualificazione del personale attraverso il finanziamento da parte della Regione della formazione professionale, la stipula di un contratto di secondo livello, l’assegnazione in prospettiva di nuovi servizi ad alto valore aggiunto, l’adozione di misure di incentivo all’esodo dei lavoratori per ridurre gli esuberi. Quest’ultimo punto sarà l’oggetto del prossimo tavolo che si terrà il 18 giugno presso l’Assessorato regionale alla famiglia.
Nettamente contraria la Slc Cgil che parla di “pagina buia” e di “morte del lavoro e dei diritti”. “Ieri, in spregio alla progettualità, ai piani industriali e a un percorso di sviluppo – ha dichiarato il segretario Maurizio Rosso – si è firmato un accordo che mette seriamente a repentaglio gli ultimi diritti dei lavoratori: la dignità e la privacy, attraverso il controllo individuale e a distanza. L’occupazione e la competitività si raggiungono con piani di sviluppo, investimenti e nel rispetto delle regole del lavoro. Almaviva – aggiunge Rosso – non mantiene gli impegni presi: ha disatteso l’accordo del 23 maggio 2017, che prevedeva un piano di investimenti e un percorso industriale che coinvolgesse anche le istituzioni politiche e non ha concretizzato tutta la parte degli investimenti e dello sviluppo: contratto di secondo livello, lavoro pregiato (100 postazioni IT), esodo incentivato e formazione per lo sviluppo del capitale umano”.