Il ddl del governo sulle Province sbarcherà a Sala d’Ercole o è destinato a finire nel dimenticatoio, dopo il nulla osta della commissione Affari costituzionali all’Ars? Una questione calda, quella della reintroduzione dell’ente, che non ha tardato in quale occasione a creare tensioni all’interno del centrodestra. Probabilmente andrà in coda dopo la sessione finanziaria.
E’ pronta la scheda tecnica che individua i costi di gestione politica, per intenderci quelli che serviranno a coprire gli incarichi di consiglieri e assessori provinciali. I calcoli raggiungono la quota dei 5 milioni di euro all’anno in tutta la Sicilia, molto meno rispetto ai circa 40 milioni di cui si parlava all’inizio. L’obiettivo del governo regionale è far risorgere le Province entro il 2024, con la reintroduzione dell’elezione diretta che rappresenta un obiettivo del programma dell’esecutivo Schifani. Elezioni che potrebbero accorparsi al voto delle Europee – l’election day – per risparmiare. Ma prima occorre affrontare altri fatti impellenti. Il tempo stringe per la discussione del Collegato ter, lo stralcio di norme attese a Sala d’Ercole il 7 novembre.
Oggi è l’ultimo giorno utile in cui sarà possibile presentare gli emendamenti rispetto ai quali la Dc farebbe anche un passo indietro. C’è una lunga discussione in corso anche se non è escluso che il governo Schifani presenti un maxiemendamento per far quadrare il tutto e stabilire definitivamente i provvedimenti da adottare. I democristiani auspicano che il voto venga espresso entro il 7 o l’8 novembre per dare modo ai comuni di mettere le risorse in bilancio e avere la liquidità.
Un documento che contiene misure davvero importanti soprattutto a favore dei comuni siciliani. E non solo. Il Collegato, che conta circa 27 articoli con tabelle tecniche annesse, interviene anche in materia di servizi di assistenza finanziati attraverso il “Fondo regionale per la disabilità e la non autosufficienza” prevedendo che possano essere finanziati anche quelli offerti da istituzioni socio-assistenziali iscritte agli albi comunali che dispongano di strutture, attrezzature e personale idonei al tipo di attività svolta, in conformità agli standard della normativa regionale di riferimento. E’ previsto che le Città metropolitane e i Liberi consorzi comunali in dissesto finanziario siano esentati dalla partecipazione con fondi propri alla garanzia dei servizi di assistenza agli alunni con disabilità fisiche o sensoriali. C’è anche un fondo per l’abbattimento degli interessi sui mutui accesi per l’acquisto della prima casa.
Ci potrebbero essere inoltre altri 90 milioni di euro da elargire per soddisfare le esigenze anche degli assessorati comunali. E chiaro che si tratta di una prima bozza di Finanziaria che sarà stravolta per via di molti correttivi che i partiti a breve avanzeranno in commissione Bilancio.