L’Assemblea regionale siciliana, presieduta da Gianfranco Miccichè, ha rinviato a martedì 30 novembre il voto finale del disegno di legge sulle “Procedure semplificate e regimi procedimentali speciali per l’insediamento, la realizzazione e lo svolgimento delle attività economiche e imprenditoriali nelle ZES e nelle aree di sviluppo industriale ed artigianale e modifiche alla legge regionale 12 gennaio 2012, n. 8 in materia di IRSAP”.
Il ddl era passato di nuovo al vaglio della III Commissione Attività produttive dell’Ars, tra emendamenti e perfezionamenti della legge. Un lavoro intenso partito questa mattina con confronti anche accesi tra le forze politiche di maggioranza ed opposizione, ma sempre volti al miglioramento delle norme che riguardano le ex Asi, oggi Irsap, l’Istituto Regionale per lo Sviluppo delle Attività Produttive.
Nell’ultima seduta di Sala d’Ercole, si è assistito alla sospensione del dibattito su alcuni articoli, tra questi l’articolo 5 che riguardava la riconsegna delle strade ai Comuni dove è pertinente l’area industriale e artigianale, l’art.14 che riguarda le attività “immobiliari”, termine sostituito con quello di “commerciali”, più consono rispetto al tipo di attività che gli artigiani e gli industriali vanno ad espletare nel territorio di riferimento. Importante l’articolo 15 che riguarda la semplificazione in generale e la questione annosa dei depuratori. Governo e Commissioni si sono convinti che i depuratori vanno consegnati all’interno del comune dove ricade il depuratore. La norma parla anche di “valutazione” nel caso di vendita o di acquisto di terreni: su questo fronte è stato fatto un passo importante, perché con questa riforma, per la prima volta, la valutazione viene affidata all’Irsap, dove un ufficio specifico che si preoccuperà di dare valore agli immobili e ai suoli da dare in concessione agli industriali che ne faranno apposita richiesta.
Dunque, in questa riforma è pregnante la semplificazione che permette a chi ne ha titolo di investire, grazie alla liberalizzazione dei suoli, dei capannoni, in aggiunta sono arrivate le Zes e le Zone franche in alcuni casi, in aggiunta il contributo unanime delle componenti politiche e burocratiche. L’ultima parola al Parlamento siciliano chiamato a votare la riforma ala prossima seduta d’aula, mancando oggi il numero legale per potere approvare la legge.
Parlando delle Zes, l’istituzione delle Zone economiche speciali in Sicilia si è rivelata atto fondamentale ai fini dell’assegnazione delle risorse afferenti al Pnrr per investimenti infrastrutturali necessari a realizzare i così detti “corridoi” di collegamento che faciliteranno il trasporto delle merci da e verso l’Europa in chiave Mediterraneo.
Lo ha ricordato anche l’assessore regionale delle Attività produttive, Mimmo Turano, presente in aula: il lavoro del governo Musumeci su questo fronte ha indirizzato la Regione affinché non venisse tagliata fuori dalla dote di 630 milioni che il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza destina alle Zes del Sud. Nel nostro caso, oltre 100 milioni di euro. A breve, infatti, il decreto di riparto del Ministero per il Sud che renderà operativa la disponibilità delle risorse del Pnrr assegnate alle otto Zes meridionali (Abruzzo, Calabria, Campania, Ionica interregionale Puglia-Basilicata, Adriatica interregionale Puglia-Molise, Sicilia Orientale e Occidentale).
Nel dettaglio, 56,8 milioni sono assegnati alla Zes Sicilia occidentale in cui verrà potenziato il collegamento tra il porto e l’area industriale di Trapani, mentre per il porto di Termini Imerese sono previsti interventi per il miglioramento della logistica. Invece, 54,2 a quella della Sicilia orientale che serviranno per realizzare le infrastrutture necessarie a collegare le aree delle Zes alla Rete nazionale dei trasporti e con essa alle Reti trans-europee, dove pronti a partire pronti a partire gli interventi di accessibilità ai porti di Riposto, Sant’ Agata di Militello e Gela, e per il porto di Augusta. Adesso, bisognerà correre per realizzare entro il 2026 gli interventi programmati.