Tanti auguri donne, dalle più piccole alle più grandi, ricordando, però, che la nostra festa, sarà retorica, ma ci piace ripeterlo, non deve essere solo l’8 marzo, ma ben 365 giorni l’anno. Questo non significa ricevere fiori, cioccolatini, regali quotidianamente, ma essere amate e rispettate nelle nostre scelte, passioni e, anche, nel nostro non amare più. In questo articolo parleremo dell’origine della Festa della Donna, di Candy Candy, di Bridget Jones, del libro “Le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte” e, poi, della “violenza”, i cui casi aumentano di giorno in giorno. Perché abbiamo unito cose, apparentemente, cosi diverse? Lo scoprirete solo leggendo.
Origine della “Festa della donna”
Nata come “La Giornata internazionale dei diritti della donna“, ricorre annualmente l’8 marzo e vuole ricordare sia il suo essere “soggetto”, per le conquiste sociali, economiche e politiche ottenute, sia il suo essere “oggetto“, per le discriminazioni e le violenze, subite. All’8 marzo, per questo motivo, si associa, anche se cade ogni anno il 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita il 17 dicembre 1999.
La celebrazione marzolina si tenne negli Stati Uniti d’America a partire dal 1909 e in Italia dal 1922,aAnche se fu solo nel 1946 che la si celebrò in tutta la penisola, con la comparsa del suo simbolo, la mimosa, nato da un’idea di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei. Nel 1959 le senatrici Luisa Balboni, Giuseppina Palumbo e Giuliana Nenni, presentarono una proposta di legge per renderla una festa nazionale, ma l’iniziativa cadde nel vuoto. L’8 marzo 1972 la giornata della donna a Roma si tenne in piazza Campo de’ Fiori e vi partecipò anche l’attrice statunitense Jane Fonda, che pronunciò un breve discorso di adesione.
Perché venne scelta la mimosa?
La Mimosa, originaria dell’isola di Tasmania in Australia e importata in Europa al’’inizio del XIX secolo, venne scelta a simbolo della Giornata Internazionale della Donna perché incarnazione di forza e femminilità, innocenza e libertà, pudore e sensibilità, crescita spontanea e capacità di fiorire in terreni difficili, che la associa alla resilienza delle donne, alla capacità di rialzarsi dopo ogni difficoltà, di far fronte a eventi traumatici, di autoripararsi dopo un danno.
Siccome, però, vogliamo immaginare uomini e donne che cucinano assieme, vi daremo, alla fine del nostro racconto, la ricetta della “Torta mimosa” che, pur essendo complessa, in due risulterà molto più facile da preparare. Prima di tuffarci in tanta bontà, vogliamo parlare di donne e uomini perché, per no,i questa è una giornata che dovrebbe essere condivisa e non vissuta separatamente.
Le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte?
Ne “Le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte“, libro di John Gray dalla fama planetaria, si ipotizza che le differenze tra le due metà della mela possano essere legate all’appartenenza a due pianeti diversi; ma, mentre in un remoto passato, scoppiò la scintilla tra i marziani e le venusiane, che si innamorarono e vissero felici perché accettavano e amavano le diversità, gli stessi, giunti sulla Terra, colti da amnesia, le dimenticarono cominciandole a vedere non come arricchimento, ma come problema insormontabile. In altre parole, se gli uomini hanno bisogno di solitudine, silenzio e di “ritirarsi nella loro caverna”, le donne, invece, per natura, di farsi carico delle problematiche del compagno, condividere i propri sentimenti con lui e cercare di analizzare i problemi, scavando nell’animo umano.
La coppia, così facendo e agendo, si trasforma in una sorta di seduta psicanalitica in cui, mentre uno vuole sondare, l’altro, metaforicamente, disteso sul lettino, si trincera nel silenzio. Ovviamente stiamo operando, col sorriso, delle generalizzazioni che, però, non si allontanano tanto dalle realtà se John Gray è assurto a “guru” della coppia.Vi starete chiedendo cosa c’entri questo discorso con l’8 marzo e la risposta è che ogni donna nella vita incontra più uomini e, come metà della mela, può trovare la parte combaciante perfettamente o quella da fare aderire, anche se non sarà mai l’originale, ma copia, anzi coppia imperfetta. Dai rapporti, più o meno fortunati, verranno permeate le sue opinioni e aspettative, facendole guardare all’altro con sospetto. La cosa che dovremmo regalarci, scambievolmente, è il pensiero che tutti siamo isole, frastagliate in modo differente, e che, quindi, nessuno è uguale all’altro. Sulla nostra strada potrebbe apparire sia il tenebroso, che ci farà perdere la testa e, in casi limite, si rivelerà carnefice, sia il solare, che cercherà di demolire le nostre spigolosità “indotte“, ricostruendo la fiducia perduta Ovviamente è necessario puntualizzare che, spesso, dietro i principi azzurri si nascondono i principi delle tenebre e viceversa, cosa che richiama alla mente il detto: “l’abito non fa il monaco“. Dal dark passiamo ai manga giapponesi.
Candy Candy
Vi ricordate Candy Candy? Di lei si innamorano Anthony, il dolcissimo ragazzo biondo dagli occhi azzurri, cavaliere senza macchia e senza paura, che le dice: “sei più carina quando ridi che quando piangi“, che, ahimè, muore cadendo da cavallo, e Terence, dal ciuffo ribelle che ricade sugli occhi, che sono abissi in cui perdersi, e di cui tutte, un po’ masochiste, ammettiamolo, siamo state innamorate. Altro esempio, passando al cinema, Bridget Jones che, amata dal meraviglioso Mark Darcy, che adora le sue ciccette sballonzolanti, cade in tentazione con l’odioso sciupafemmine Daniel Cleaver, per cui è solo un’altra delle tante prede. Questo a dimostrazione che il mondo è popolato tanto da Anthony e Mark, quanto da Terence e Daniel, che alla fine non erano proprio cattivi, ecco riemergere, nel giustificarli, l’innato masochismo.
Lotta comune contro la violenza sulle donne
Affrontiamo adesso, per chiudere, un tema bruciante, quello della violenza sulle donne, piaga dei nostri tempi al punto da essere considerato non un semplice omicidio, ma un femminicidio, in quanto il numero delle morti rosa presenta numeri così elevati da aver avuto bisogno di dargli una denominazione specifica. A quei pochi uomini che insistono nel dire che si tratta di un omicidio, bisogna dire che, se la casistica allarmante riguardasse loro, si griderebbe al maschicidio, e le donne gli sarebbero accanto come madri, compagne, sorelle, figlie, amiche, confidenti. Ad essere importante non è la definizione di un misfatto, ma la lotta comune contro il brutto, anzi il bruto.
Adesso dopo aver parlato, brevemente, dell’universo femminile che, senza quello maschile, si sentirebbe perso e viceversa, tuffiamoci nella ricetta della “Torta Mimosa“, chiamata così perché ne ricorda i fiori gialli. Difficile? La risposta è: “Per un amore mille pene“, solo culinarie ovviamente, e in due, poi, il complesso diventerà, sicuramente, molto più semplice.
Ingredienti:
Per il pan di Spagna (che potrete comprare anche pronto)
- 200 g di farina
- 200 g di zucchero
- 6 uova
- succo di arancia per la bagna
Ingredienti:
Per la crema
- 200 g di latte intero
- 50 g di panna fresca da montare
- 4 tuorli
- 75 g di zucchero semolato
- 20 g di amido di mais
- 1 bacca di vaniglia
- 500 ml di panna fresca
Procedimento:
1. Dopo aver preparato il pan di Spagna, utilizzando le dosi che vi abbiamo dato, preparate la crema con litro di latte, 80 g di amido, scorzette di limone, 4 cucchiai di zucchero e fate cuocere dolcemente sul fuoco.
2. Mentre si raffredda la crema, mettete la panna fresca nello sbattitore e montate ad alta velocità per circa 5 minuti.
3. Amalgamate, con una frusta, la panna montata con la crema, conservando qualche cucchiaiata che vi servirà successivamente.
4. Tagliate il pan di Spagna, quando si sarà raffreddato, in 4 dischi di circa 1,5 cm.
5. Prendete uno dei dischi centrali e ricavatene dei cubetti di 1 cm da utilizzare per la copertura di tutta la torta.
6. Prendete il primo disco di pan di Spagna, bagnatelo con il succo d’arancia e spalmateci uno strato sottile di panna montata. Proseguite mettendo la crema, coprite con il secondo disco di pan di spagna e procedete come per la base.
7. Completate con il disco finale ricoprendo, infine, tutta la torta con la crema rimasta sul quale attaccare i cubetti di pan di Spagna creati in precedenza.
8. Completate la vostra opera dolciaria spolverizzando con zucchero a velo.
9. Mettete in frigo e lasciate riposare per almeno un paio d’ore prima di consumarla.
Concludiamo con un viva le madri, le mogli, le fidanzate, le figlie, le nipoti, le amiche, in altre parole viva le donne, a cui auguriamo buon 8 marzo e buoni i restanti 364 giorni.