Oggi ci siamo svegliati con un pensiero fisso, un primo della tradizione siciliana che vi farà venire l’acquolina in bocca. Un piatto, poesia per il palato, che racconta una storia lontanissima dal gusto, però, sempre attuale e insuperabile.
Al centro di questo racconto, squillino le trombe, la “pasta con le sarde alla palermitana” che, per il rispetto reverenziale che produce a chi le si accosta, chiameremo: “Sua Maestà e Bontà”. Al solo pronunciamento di questa formula di magia gastronomica, assisterete a uno scambio di ruoli che vedrà la femmina panormita impersonare una regina autorevole e il suo maschio, tutto un “pititto”, quello di suddito servizievole. A tal proposito, se dovessero chiedervi un cibo afrodisiaco, aggiungete questo tripudio di sapori che è addestramento al piacere fisico, cedimento ai sensi e alla più sfrenata lussuria.
L’uomo, infatti, osservando la sua donna ai fornelli, come se la vedesse per la prima volta, verrà preso da fantasie che, sicuramente, mai un brodino potrebbe suscitargli. Ergo, care amiche, fategli qualsiasi richiesta perché in nessun altro momento vedrete in lui debolezza mischiata a forza e tenerezza a vigoria.
Adesso è il momento di narrarvi questa ricetta che farebbe diventare Afrodisia qualsiasi donna. Dosi per 4 persone (se inappetenti) o per 2 (se ottime forchette): 500 g di bucatini, 500 g di sarde fresche aperte a libro, 500 g di finocchietto selvatico, 4 acciughe salate, 50 g di uva sultanina, 50 g di pinoli, 1 grossa cipolla, 1 bustina di zafferano (facoltativo), pangrattato, olio extravergine d’oliva, sale e pepe.
Pulitura: Pulite e lessate in abbondante acqua salate i rametti di finocchietto selvatico, fino a che non risultino teneri, scolateli, tritateli finemente e mettete da parte la loro acqua di cottura. Lavate, squamate e diliscate le sarde, asciugatele e tagliatele in piccolissimi tranci. Mettete a bagno in acqua tiepida per 10 minuti l’uva passa, asciugatela, e nel mentre sbucciate la cipolla, che taglierete finemente. Una volta fatto questo, si passa alla preparazione del piatto.
Preparazione: Versate ½ bicchiere d’olio, con un po’ d’acqua, in un tegame capiente e fate appassire la cipolla a fuoco medio. Appena sarà imbiondita, unite le acciughe dissalate, che con il calore si scioglieranno e, quindi, le sarde sminuzzate. Lasciate rosolare assieme il battuto di acciughe, cipolla e aggiungete il finocchietto selvatico. Appena gli ingredienti saranno ben amalgamati, unite l’uva passa, i pinoli e, se gradite, lo zafferano, stemperato in un po’di acqua di cottura del finocchietto. Lasciate insaporire il tutto per 2 minuti, mescolando. Completare insaporendo con sale (moderato) e pepe.
Dopo aver lessato i bucatini nell’acqua di cottura del finocchietto, aggiungendo, se necessario, acqua calda e sale, scolateli al dente e mantecateli con il condimento, che deve risultare leggermente umido. Mescolate il tutto, lasciate riposare la pasta con le sarde per qualche minuto e, se desiderate, aggiungete del pangrattato, precedentemente abbrustolito in una padella con un po’ di olio. Il piatto è servito.
Curiosità: La Pasta con le sarde alla palermitana è stata inserita nel P.A.T., cioè nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. A Palermo è consuetudine, o almeno lo era fino a qualche anno fa, prepararla con le sarde fresche in occasione della ricorrenza di S. Giuseppe, oggi anche festa del papà.
Qualcuno racconta che l’origine sia legata alla necessità di nascondere il forte odore delle sarde con l’intenso profumo del finocchietto selvatico. Altri, invece, all’invasione araba. Si narra, infatti, che uno dei cuochi, al seguito di un generale arabo, per nutrire le truppe unì, in un’unica preparazione, gli ingredienti che aveva con sé e quelli trovati nel territorio.
E che la luculliana mangiata abbia inizio.