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Prima parte

Francesco Zavatteri: “Giovani fuorviati dal crack, crea una barriera insormontabile” CLICCA PER IL VIDEO

giovedì 18 Aprile 2024

Articolo di Samuele Arnone e Joska Arena 

L’intervista de ilSicilia.it a Francesco Zavatteri, padre di Giulio, giovane artista palermitano, ucciso da un’overdose di crack all’età di 19 anni il 15 settembre 2022. Il ricordo del figlio, l’impegno quotidiano per sensibilizzare sul tema delle tossicodipendenze.

 

 

Giulio Zavatteri era un adolescente con la grande passione per il disegno e il rap, che frequentava il liceo classico. Giulio è solo una delle vittime che si moltiplicano giorno dopo giorno nelle città siciliane e in particolare a Palermo, dove negli ultimi anni il crack si è imposto sul mercato delle droghe visto il basso costo e la facilità di reperibilità sul territorio.


Questo è il racconto dell’impegno quotidiano di Francesco Zavatteri che, insieme a tanti cittadini e realtà associative sul territorio palermitano, ha portato alla nascita di centri  di ascolto, assistenza e aiuto verso i giovani e le famiglie che vivono il dramma della tossicodipendenza nel quartiere Ballarò come “La casa di Giulio” e la “Casetta della Salute”.

È la tenace lotta all’Assemblea regionale siciliana per portare la politica ad attivarsi concretamente sulla questione, portando all’apertura di un nuovo Centro di pronta accoglienza, all’interno del padiglione 13 della sede dell’Asp di via La Loggia, per fornire sostegno medico, farmacologico, terapeutico e psicologico-emotivo ai soggetti con dipendenza da sostanze, in particolare crack e cocaina.

Una struttura inaugurata a fine Gennaio 2024 dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani insieme al sindaco di Palermo Roberto Lagalla, al commissario straordinario dell’Asp 6 Daniela Faraoni e altre istituzioni del territorio.

 

 

È la travagliata storia di un coraggioso papà che ha trasformato il dolore in forza propositiva, per portare nelle scuole e nei quartieri della città il racconto di suo figlio Giulio e poter sensibilizzare tanti giovani e adulti sul crack.

Con un obiettivo importante, collaborando e partecipando attivamente alla stesura di un ddl che prossimamente andrà in discussione all’parlamento siciliano, per attivare dei protocolli terapeutici molto più efficaci e favorire dell’istituzione di una rete regionale di contrasto alle dipendenze.

 

 

Assemblea regionale siciliana

“Dalla dipendenza all’interdipendenza” è il titolo del disegno di legge popolare che prevede la creazione di un sistema integrato e diffuso di prevenzione, trattamento, riduzione del danno e inclusione sociale in materia di dipendenze patologiche con l’obiettivo è farlo approvare dall’Assemblea regionale siciliana entro la fine dell’anno.

 

I dati dell’emergenza sociale del crack a Palermo

Con l’esplosione della pandemia il consumo di crack è cresciuto esponenzialmente in tutta la città di Palermo e in Sicilia, con effetti devastanti. I crescenti accessi ai SerT (Servizio per le tossicodipendenze) e ai SerD (Servizi per le dipendenze patologiche) nelle Aziende sanitarie provinciali siciliane, dimostrano come negli ultimi 10 anni il crack ha iniziato a diffondersi dalle città del nord della Penisola a quelle del centro, per poi arrivare anche in Sicilia tra i nostri adolescenti.

Il crack è un derivato della cocaina che prende forma come di cristalli o comunque simili a zollette di zucchero, una droga facilmente reperibile, che costa pochissimo, una dose oscilla tra i 5 ai 15 euro e facile da assumere, semplicemente fumata con un’apposita pipetta. Questo permette ai giovanissimi di accedervi facilmente ed è proprio per questo motivo che si sta diffondendo a macchia d’olio.

 

crack droga

 

La sostanza provoca in tempi brevi una grave dipendenza fisica e psichica, che alterna prima stati di alta euforia e dopo un fortissimo stato depressivo, al che arriva il desiderio di fumarne sempre di più. Una droga che porta alla distruzione psicologica e inevitabilmente fisica del soggetto che ne fa uso, che si manifesta con tachicardia e manie suicide.

Nello storico quartiere di Ballarò a Palermo, in particolare, il crack si è imposto nel tempo rispetto al consumo di marijuana e hashish. Da anni varie associazioni “in prima linea” del quartiere, riunite dall’assemblea pubblica Sos Ballarò, denunciano quello che accade nel rione, in particolare la mancanza di un adeguato sistema di prevenzione sul territorio e l’assenza di una legge quadro regionale, che non è in grado di sostenersi e sostenere i giovani e le famiglie in difficoltà.

 

 

Il “craving” da crack, infatti, è una delle più tremende crisi d’astinenza: il bisogno di assumere la sostanza diventa impellente, incontrastabile, tanto da influenzare ogni singolo aspetto della vita. Il craving è il desiderio impulsivo per una sostanza psicoattiva, per un cibo o per qualunque altro oggetto-comportamento gratificante. Questo desiderio impulsivo sostiene il comportamento “addittivo” e la compulsione, finalizzati a fruire dell’oggetto di desiderio.

Per craving, o appetizione patologica, si intende anche il desiderio irrefrenabile di assumere una sostanza, desiderio che, se non soddisfatto, provoca sofferenza fisica e psichica, accompagnata da astenia, anoressia, ansia e insonnia, irritabilità, aggressività, depressione o iperattività.

Chi assume crack, dopo la prima dose, ha due o tre anni in media di sopravvivenza. Le organizzazioni criminali usano gli stessi tossicodipendenti per spacciare proprio davanti alle scuole, giovani ragazzine che si prostituiscono e parallelamente sono aumentati pure i casi di microcriminalità con furti e scippi alle persone e alle vetture nella zona, pur di arrivare a comprare una dose, aumentando il senso di insicurezza dei cittadini e dei turisti in alcune zone del centro storico.

 

 

Altro segnale di allarme sociale è anche l’abbassamento dell’età media “di chi si fa”. È questa la nuova pandemia che si  diffonde silenziosamente e crescente a Palermo: il consumo di crack è esploso a livelli oggi insostenibili, con l’aggravante che nel frattempo l’età dei consumatori si è abbassata, ragazzi e ragazze sempre più giovani.

 

 

Le stime dell’Asp raccontano che l’età dei giovani tossici che cominciano a farsi è diminuita addirittura fino ai 12 anni, a Palermo a farsi di crack stanno cominciando anche i ragazzini delle scuole medie.

In netto aumento anche il numero effettivo di consumatori, anche se i dati ufficiali – basati sui numeri di chi accede al Servizio per le Dipendenze patologiche – sono molto inferiori a quelli reali: la maggior parte di chi si fa di crack, infatti, vive nascosto tra case abbandonate e vicoli bui delle periferie e sfugge alle statistiche.

 

 

I dati sono preoccupanti. Nel 2023 sono stati registrati circa mille nuovi utenti al SerD (Servizio per le Dipendenze patologiche), un dato che non si registrava da parecchi anni in termini.

Un’emergenza sociale che cresce di intensità, che danneggia pesantemente il tessuto sociale e il futuro delle nuove generazioni delle nostre città, a cui Francesco Zavatteri ribadisce più volte l’accorato appello rivolto alle istituzioni, alle famiglie, nelle scuole e nei quartieri: “Tutti noi dobbiamo unirci per arginare e arrestare questo fenomeno, che presto farà diverse vittime. Chi si droga, prima si ammala e poi cade in una tragedia come quella che è accaduta a noi, senza potere, di fatto, fare nulla di sostanziale per riuscire a salvare Giulio”. “E’ un fenomeno molto insidioso, perchè molti ragazzini e ragazzine non sanno a cosa vanno incontro”.

 

 

 

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